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Alfred Schaffer, l'uomo del primo scudetto della Roma

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Attaccante prima e allenatore poi, nel 1917/1918 e nel 1918/1919 si rivelò il miglior marcatore di tutta Europa. Ha perso la vita durante la Seconda Guerra Mondiale, il 30 agosto 1945, data dell’ultimo scontro armato tra italiani e americani

Figlio della cosiddetta “scuola danubiana” di inizio secolo scorso, Alfred Schaffer ha scritto pagine indelebili tanto da calciatore quanto da allenatore. Centravanti dell'allora quotata Mtk Budapest, l'ungherese classe 1893 mise a segno con quella casacca la bellezza di 159 reti in 84 apparizioni: nel 1917/1918 e nel 1918/1919 si rivelò addirittura il miglior marcatore di tutta Europa. Conclusa la carriera in campo con – tra le varie statistiche – anche 17 gol in 15 partite in Nazionale, Schaffer intraprese con successo la carriera da allenatore. Accumulando esperienze tra Austria e Cecoslovacchia, Ungheria e Germania, prima di approdare in Italia e guidare la Roma nel 1941/1942 al primo scudetto della sua storia. Passò quindi al Ferencvaros e in seguito al Bayern Monaco, perdendo tragicamente la vita nel corso della Seconda Guerra Mondiale: il suo cadavere fu rinvenuto su un treno presso la stazione di Prien am Chiemsee il 30 agosto 1945.

L'ultima battaglia italiana della Seconda Guerra Mondiale

Il 30 agosto 1945 è la data dell’ultimo scontro armato tra italiani e americani nell’ambito del secondo conflitto mondiale. Quel giorno, infatti, le mitragliere del sommergibile Luigi Torelli, guidato da un equipaggio italo-giapponese, abbattono un bombardiere statunitense sulle acque del Pacifico. A tre giorni dalla firma dell’atto di resa nipponica. Il Torelli era stato uno dei pochi sommergibili italiani ad avere conseguito dei successi nella battaglia contro gli angloamericani, prima di essere trasformato (nel 1943) in un sommergibile per missioni di trasporto per l’Estremo Oriente a causa di un grave danneggiamento. Dopo l’armistizio dell’Italia passa nelle mani dei tedeschi e poi viene inglobato nella flotta giapponese, prima di essere affondato dagli americani. Insieme al Comandante Cappellini, è stato l’unico sommergibile italiano a servire tutte e tre le Marine Militari dell’Asse (Germania, Italia, Giappone).

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