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La variante omicron era nota già a luglio: l’allarme degli scienziati

EPA

La comunità scientifica internazionale sta studiando la mutazione B.1.1.529, di cui però alcuni ricercatori sudafricani avevano parlato già in estate

Da quando è stato scoperto in Belgio il primo caso di variante sudafricana, ribattezzata variante omicron, è scattata la massima allerta in Europa. Gli scienziati temono che la mutazione B.1.1.529 possa rendere inefficaci i vaccini, oltre a provocare delle reinfezioni. Tuttavia pare che la variante fosse nota già a luglio. A dimostrazione di ciò spunta un articolo del World Economic Forum, in cui gli scienziati sudafricani parlavano di una nuova variante del Covid-19. "Un piccolo numero di casi di una nuova variante”, si legge nell'articolo che spiega come i ricercatori “stanno lavorando per capire le sue potenziali implicazioni”. Gli scienziati parlavano di una “costellazione molto insolita” di mutazioni nella proteina spike, che potrebbero rendere il vaccino inefficace. "È troppo presto per dire se i vaccini offriranno lo stesso livello di protezione contro B.1.1.529 rispetto alle precedenti varianti di COVID. Ma i produttori di vaccini, come Pfizer, si stanno preparando per uno scenario”, in cui una nuova mutazione "è in grado di eludere l'immunità stabilita dai vaccini esistenti e dalle infezioni precedenti”, suggeriva l’articolo pubblicato il 12 luglio.

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