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Roma, Marino si arrende: dimissioni

ANSA

Dopo una giornata convulsa e la minaccia di sfiducia da parte del Pd, il primo cittadino della Capitale annuncia: «Lascio ma ho 20 giorni per ripensarci»

ROMA - Si è dimesso il sindaco di Roma Ignazio Marino. Dopo incontri, pressing e trattative, il primo cittadino della capitale verso le 19.30 ha deciso di lasciare l'incarico. Ecco il suo annuncio: «Presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche».

LA GIORNATA - I tre nuovi entrati nella giunta dopo il rimpasto, il vicesindaco Causi e gli assessori Stefano Esposito e Marco Rossi Doria, hanno dichiarato nella riunione dell'esecutivo capitolino che non ci sono più «le condizioni per andare avanti». Poi Causi, Esposito e Di Liegro, assessori in carica, si sono dimessi. Nel pomeriggio in programma un incontro tra il commissario del Pd cittadino Orfini e il segretario di Sel Cento che avrebbero concordato una linea comune: attendere un passo indietro del sindaco, altrimenti all'ordine del giorno della riunione ci sarà la possibilità di sfiduciarlo. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, secondo quanto si apprende, "resiste" e, dopo l'annuncio dei tre assessori che hanno sottolineato come non ci sono le condizioni per andare avanti, non sarebbe intenzionato a dimettersi. La riunione della giunta capitolina è ancora in corso.

VERSO LA SFIDUCIA - Il Pd stava valutando la mozione di sfiducia a Ignazio Marino, vista la volontà di Marino che sembrava non intenzionato al passo indietro. Questa eventualità deve aver pesato sulla scelta finale. 

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