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Brignone, parla mamma: "La mia bambina Tigre! In tanti la snobbavano"

Brignone, parla mamma: "La mia bambina Tigre! In tanti la snobbavano" Getty Images

La grande Ninna, madre della campionessa azzurra, racconta la felicità, le lacrime ma anche i brividi a bordo pista e davanti alla tv

Cosa dice cuore di mamma? “Cuore di mamma è felice. Ma ogni gara è stata uno stress. E per me andrebbe bene così. Invece lei pensa anche alle altre coppe, non solo alla generale e a quella di discesa. Esperienza bellissima. Ma per me che faccio la turista”.  Maria Rosa “Ninna” Quario ha voce da fuochi d’artificio. Raggiante. Racconta da Sun Valley, dove Federica Brignone, che poi è sua figlia, ha celebrato l’ufficialità della Coppa del mondo da portarsi a casa: seconda in bacheca. Chapeau alla regina! Per il vero dice Ninna, ex campionessa dello sci che capisce il senso del vincere e soffrire, la coppa era già vinta. “Federica e la Gut-Behrami non avrebbero fatto comunque lo slalom. La Gut non ha nemmeno gli sci da speciale”. 

"Sport crudele, ma Federica è una tigre"

Dunque champagne! 

“Sun Valley è uno dei posti più belli al mondo per sciare. Mi ha stupito l’interesse della gente per Fede. Hanno fermato perfino me, riconoscendomi come sua mamma! Merito del mondiale in tv. Diceva un collega della Nbc che, quest’anno, mia figlia ha fatto un salto di popolarità anche negli Usa. Piace molto il modo di sciare e quel casco con la tigre. L’immagine di lei che tira giù il casco e vedi la tigre. Ora l’ha messa pure sui guanti. Però puoi fare di tutto, se non vinci non c’è casco che tenga. Puoi essere mega, ma conta la vittoria”. 

In questo lo sport è un po’ crudele. Vincere non è mai facile. 

”D’accordo sul crudele. E so quanto sia difficile, soprattutto se sei favorita. Ho provato ad essere prima in una prima manche al mondiale. Poi me la sono fatta sotto e ho perso la medaglia. Basta niente per sbagliare. Non vedo Fede come imbattibile o infallibile. Nessuno lo è”. 

Però al mondiale. Ecco, la vittoria più bella di Fede? 

“Appunto il gigante di Salbach. Per mia idea, vincere gare in due manche è più bello, hanno più valore. E lei è stata strepitosa. In testa dopo la prima manche. Poi, per fortuna, non sapeva che l’avversaria ne aveva fatta una seconda pazzesca. E lei ancora miglior tempo. È stata la medaglia più sofferta. Come la prima: argento a Garmisch 2011, aveva 20 anni. Ho pianto dall’emozione. Stavolta ho pianto per gioia, perché ho avuto la certezza della coppa vinta”. 

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