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Rugby, parla il presidente Innocenti: "Avanti con progetti concreti"

L'intervista al presidente della Federugby, tra bilanci e futuro: "Ho migliorato il movimento italiano. Lavoriamo per costruire basi solide"

È stato il capitano della nazionale nel primo Mondiale del 1987 disputatosi In Australia e Nuova Zelanda, è stato allenatore, nonché presidente del Comitato regionale Veneto, dal 2021 ha preso il comando della Federugby. Marzio Innocenti, classe 1958, medico libero professionista specializzato in otorinolaringolatria, nonostante l’impegno come presidente, riesce ancora ad espletare la sua professione.

Quanto tempo le ruba il rugby nel corso della settimana?

"Il rugby è prima di tutto la mia grandissima passione. Tre/quattro giorni li dedico al mondo ovale, anche se in realtà oggi si tratta di un impegno a tempo pieno".

Provi a fare il bilancio della stagione appena conclusa. Come la giudica?

"A prima vista dopo le due ultime partite del mondiale di Francia, con le sconfitte con gli All Blacks e i padroni di casa potrebbe sembrare negativa. Se, invece, osserviamo l’anno nella sua interezza posso considerarmi abbastanza soddisfatto. Abbiamo giocato un discreto Sei Nazioni, con sconfitte a volte di pochi punti ma mettendo in difficoltà le avversarie. Le partite di preparazione al mondiale ci hanno visto vincenti contro Giappone e Romania, poi nel torneo iridato abbiamo battuto Namibia e Uruguay. Per quel che conta il ranking, siamo passati dal 14º posto all’11º. Qualcosa vorrà pure significare. Certo il modo come siamo stati sconfitti nelle ultime 2 partite fa male, ma il Mondiale ha chiarito come in questo momento ci siano quattro Nazioni che sono nettamente al di sopra di tutte le altre: Sudafrica, Nuova Zelanda, Francia e Irlanda".

Prossimo Sei Nazioni, con un nuovo ct Gonzalo Quesada. Come è arrivato al tecnico argentino?

"Appena finito il Sei Nazioni, a marzo, con il Direttore Tecnico e dell’Alto Livello Daniele Pacini, abbiamo ritenuto non fosse possibile un nuovo quadriennio con Kieran Crowley. La scelta è caduta su Gonzalo Quesada, tecnico argentino di prim’ordine".

Si era sempre ventilata l’idea di affiancare a Benetton e Zebre una terza franchigia.

"Se si presentasse l’occasione certo. Magari a Roma, ma occorre trovare degli investitori e uno stadio da 15/18 mila persone, non facile. L’altra piazza potrebbe essere Milano ma anche in questo caso il problema è del relativo impianto".

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