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Rugby, l'Italia ai Mondiali: Dominguez crede nell'impresa storica

Getty Images

L’ex campione è convinto: "La Namibia è un’avversaria abbordabile, con l’Uruguay ce la possiamo giocare. E sappiamo come far soffrire la Francia"

Diego Dominguez ci crede. Ci crede davvero. L’Italia del rugby può fare un’impresa. Può arrivare dove nessuno ancora oggi è riuscito: passare il girone, qualificarsi per i quarti di finale. E lì chissà cosa può succedere. «È uno stimolo totale. Lo deve essere per tutti i nostri giocatori. Per tutti. Ci vuole fame, fame. Tanta fame. Chi scende in campo deve essere morto di fame. Affamato di vittoria».

Pausa, poi riparte: «Ma quanto sarebbe bello per ognuno di loro essere ricordato come il primo giocatore che porta l’Italia a un quarto di finale? Sarebbe storia. E la storia va scritta. Io al loro posto darei la vita per farlo…». Diego Dominguez ha giocato tre mondiali, ora lo commenterà per Sky Sport. Lui sa cosa significa convivere con la pressione, conosce le emozioni e le difficoltà della massima competizione.

Scommette sull’Italia?
«Sono molto fiducioso, ho visto una buona preparazione. Dura, durissima. Il calendario è dalla nostra parte. Abbiamo due partite, con Namibia e Uruguay, che siamo obbligati a vincere se abbiamo la pretesa di andare avanti. È chiaro che dovremo dare il massimo, ma io resto positivo. Sarà una Coppa del mondo che regalerà molte sorprese in tutti i gironi, però io spero che la più bella arrivi dal nostro girone».

Iniziamo dalla Namibia
«È la squadra più debole del girone. Più debole tra virgolette, sia chiaro. Però poche scuse: devi vincere e cominciare il torneo con fiducia, per riuscire a costruire la tua identità, la tua qualificazione».

Poi c’è l’Uruguay...
«Contro la squadra di Estéban Meneses non sarà semplice. È una squadra dura, forte tecnicamente e con un grande senso di appartenenza. La sua franchigia è campione d’America per il secondo anno consecutivo. Non sarà una partita facile, se vuoi provare a entrare nella storia non ti devi fermare davanti a nessuno».

Avere i padroni di casa della Francia nel girone e affrontarli all’ultimo non è certo un aiuto…
«Non è un aiuto, però nemmeno una punizione. Dobbiamo guardarlo dal lato positivo: tra le grandi squadre, la Francia è quella che abbiamo battuto più volte. Contro la Francia raramente abbiamo fatto male e poi la Francia potrebbe arrivarci già da qualificata. Se così fosse mi chiedo: vorranno rischiare i migliori per una partita che per loro non vale niente?».

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