La stagione degli sport invernali sta per partire con le discipline principali e lo short track tiene banco da domani a domenica a Montreal (Canada), per la prima tappa del massimo circuito internazionale. Non più Coppa del Mondo, ma World Tour, per dare una spruzzata di novità a livello di marketing. L'inizio di un percorso in cui la Nazionale italiana dei pattini veloci vorrà farsi trovar pronta. Compagine in cui Pietro Sighel è il riferimento principale della nuova generazione di pattinatori, che vuole dire la sua nel presente e soprattutto nel futuro.
Una nuovo percorso sta per cominciare, quali sono le sensazioni dopo la preparazione?
«Tutto è andato bene, si ricomincia e sono curioso anche di capire cosa accadrà in questo World Tour perché il livello di competizione sarà molto elevato. Gli atleti più forti saranno impegnati in tutte le distanze, un po' come accade nei Mondiali, e quindi bisognerà comprendere anche come gestire le energie perché la stagione sarà molto lunga».
Un World Tour che avrà anche l'appuntamento di Milano, dal 14 al 16 febbraio 2025, come tappa preolimpica. Come sta vivendo questo avvicinamento ai Giochi Invernali in Italia nel 2026?
«Quello è l'obiettivo degli obiettivi, anche perché avere le Olimpiadi in casa è qualcosa di molto speciale. L'impegno sarà massimo e speriamo di raccogliere i frutti di quanto seminato. Certo, è sempre poi un discorso di oneri e onori: se le cose dovessero andare bene, ci sarà grande entusiasmo; se ci fossero riscontri negativi, le critiche non mancheranno».
Chiacchiere che probabilmente lei è riuscito a gestire in passato anche dovendo fare i conti con un cognome (Roberto Sighel) piuttosto importante per il pattinaggio di velocità italiano?
«Sì, mio padre chiaramente è stato il primo esempio da seguire, anche perché ho iniziato a pattinare da bambino, ma alla fine mi sono affidato sempre alle mie sensazioni, dettate dalle opportunità che mi sono costruito».
Può spiegare meglio questo concetto?
«Mi sono formato dal punto di vista agonistico sia nello short track che nello speed skating, ma il processo di maturazione che richiede il pattinaggio pista lunga è diverso rispetto a quello della pista corta. In altre parole, io credo che per venir fuori nella specialità in cui mio padre Roberto ha ottenuto grandi risultati (cinque medaglie mondiali con la gemma dell'oro a Calgary 1992, ndr) serva più tempo, mentre nello short track anche in giovane età è possibile centrare degli obiettivi. Di conseguenza, i risultati ottenuti nei Mondiali juniores a Montreal nel 2019 (due bronzi nei 500 e nei 1500 metri, ndr) mi hanno convinto del percorso della pista corta».
Magari potrebbe fare come Arianna Fontana, ovvero conciliare lo short track e lo speed skating, vista la sua formazione?
«Per portare avanti questo discorso ci sono tanti incastri che personalmente, ora come ora, farei fatica a gestire. Penso ad esempio alle problematiche strutturali che ci sono in Italia. Ma forse è un discorso che si potrebbe affrontare più avanti nella mia carriera».
Oltre alla pratica su ghiaccio, quali altri sport ama Pietro Sighel?
«Mi piacciono molto i motori: F1 e MotoGP, anche se con il ritiro di Valentino Rossi non è più la stessa cosa secondo me. Certo, i risultati dalla Ducati sono sotto gli occhi di tutti. Seguo anche il tennis, visti gli straordinari risultati di Jannik Sinner, ma faccio fatica a guardare interamente le partite perché durano tanto».
Del resto lei è anche uno specialista dei 500 metri, apprezza maggiormente la velocità?
«Esattamente».
Nel gruppo azzurro lei è il riferimento, ma ci sono anche altri giovani interessanti. Cosa ne pensa?
«È un bel gruppo, con ragazzi con cui io sono cresciuto fin dalle categorie giovanili, penso a Luca Spechenhauser, che è salito sul podio con me ai Mondiali nei 1000 metri la stagione passata, o a Thomas Nadalini. In più c’è Lorenzo Previtali che è veramente un atleta molto interessante, a medaglia nei 1500 metri nella rassegna iridata giovanile l’anno scorso. Un ragazzo molto dotato». Non resta che rompere il ghiaccio, a questo punto, e godersi lo spettacolo.