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Nuoto, il padre di Manuel: «Gli ho promesso che tornerà a camminare»

Franco Bortuzzo e le condizioni del figlio: «Non si possono fare miracoli ma non smettiamo di crederci»

TORINO - "Manuel sta bene, ha ripreso a respirare autonomamente, a bere e mangiare e sarà dimesso tra due giorni dalla rianimazione e poi andrà in un centro specializzato. Le gambe non ci sono ma ha reagito in maniera positiva e la speranza c'è sempre. Non ha pianto, la prima cosa che ha detto è che vuole tornare a casa" sono le parole di Franco Bortuzzo, padre di Manuel, il giovane nuotatore trevigiano vittima dell'agguato all'Axa nella notte di sabato. Dopo la confessione degli aggressori, che si sono presentati in questura con i propri legali per ammettere di aver sparato per errore a Manuel Bortuzzo, arrivano le dichiarazioni del padre sulle condizioni del ragazzo.

VUOLE TORNARE A CASA - Come riferito dal padre, Manuel aveva già capito qualcosa e non vede l'ora di tornare a casa. "Non ha parlato di quello che è successo la sera. Ha detto “mi sento mancare la parte sotto”, gli abbiamo spiegato che la parte sotto non dialoga con la parte di sopra.non si possono fare i miracoli ma ci sono scienze che studiano come venir fuori da queste situazioni. Non smettiamo di crederci, ce l’abbiamo qua, per me è importante questo. Gli ho promesso che tornerà a camminare".

LA DIAGNOSI DEL MEDICO - La speranza è l'ultima a morire ma come dichiarato da Alberto Delitala, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del San Camillo di Roma: "La possibilità di riacquisto del movimento delle gambe con le conoscenze mediche attuali non è possibile. Nonostante la decompressione del midollo, eseguita con i mezzi più avanzati, il midollo spinale non conduce. Abbiamo fatto una valutazione con i potenziali evocati, ossia uno studio bioelettrico della conducibilità midollare e c'è una lesione midollare completa. Questo purtroppo vuol dire che, con le attuali conoscenze della scienza neurologica, al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe".

GLI AGGRESSORII due ragazzi che hanno sparato a Manuel hanno confessato. Accompagnati in questura dai loro legali, i due giovani di 24 e 25 anni hanno deciso di ammettere di aver sparato per errore al giovane nuotatore trevigiano. La confessione degli aggressorri è arrivata dopo la svolta nelle indagini, cioè il ritrovamente della pistola, un revolver calibro 38, che una fonte della polizia aveva visto lanciare da uno scooter. I poliziotti hanno trovato le impronte utili per individuare i sospetti, che si sono consegnati alle autorità. 

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