Il Giro prende fiato e si prepara a salire. La terza settimana di corsa è la più dura e la frazione della ripartenza, quella che porta a San Valentino con un carico di 4900 metri di dislivello, è lì a dimostrarlo. Leonardo Basso, classe 1993, è il direttore sportivo più giovane della carovana ed è una delle menti dell'Ineos Grenadiers della coppia formata da Egan Bernal e Thymen Arensman, una delle squadre più attive e aggressive della corsa.
Basso, che effetto fa dopo sei stagioni in gruppo tra Ineos e Astana fare il suo primo Grande Giro in ammiraglia?
«Nel corso degli anni, senza fare filosofia, ho imparato che la vita è imprevedibile. Mi sto godendo senza aspettativa ma con grande impegno questa avventura. Avevo capito che la mia carriera in sella era finita: quando lo realizzi, sei più sereno con te stesso».
Dopo aver dominato come Team Sky, l'Ineos Grenadiers sembra cercare una nuova dimensione. Corretto?
«Questo inverno c'è stato un cambiamento, c'è stato un forte e proficuo scambio tra staff e corridori. Lo sport è fatto di cicli, devi essere bravo a riposizionarti e reinventarti. Siamo ancora un'organizzazione al top, con la stessa voglia di sempre ma stiamo cercando di correre aggressivi, seguendo un piano concordato ma lasciando quel 5% all'istinto di ogni corridore».
Veniamo al Giro: siete dove volevate essere a questo punto della corsa?
«Più che inseguire degli obiettivi ci siamo posti di cogliere le occasioni. È una regola che vale per il Giro ma anche per ogni tappa. Dobbiamo saperle riconoscere e poi fare di tutto per sfruttarle. Abbiamo cercato finora di correre in maniera aggressiva ma non scriteriata e continueremo a farlo».
Sarebbe più facile per voi trovare altre squadre con la vostra stessa mentalità in gruppo? Spesso ci si lamenta dell'immobilismo della corsa.
«Ci sono un sacco di cose in corsa su cui non abbiamo il controllo, ma quando ci è stato possibile siamo passati all'azione. Penso alla tappa di Siena, avevamo i due leader nei cinque all'attacco. Purtroppo la foratura di Arensman non ci ha permesso di concludere il piano al 100%, ma anche sul Grappa abbiamo cercato di cogliere l'occasione. Se non ci provi non potrai mai sapere fin dove puoi spingerti».
È il miglior Bernal dopo il grave infortunio di gennaio 2022?
«Solo Egan sa quello che ha passato, noi gli siamo stati vicini. Non ha niente da perdere, non abbiamo niente da perdere. Conta la voglia di essere lì a giocarsi qualcosa di grande come il Giro dopo quello che gli è successo. I numeri dicono che è tra gli scalatori più forti della corsa, ma è bello vederlo fidarsi del suo istinto».
Avete anche Arensman in top10: come sfruttare questo vantaggio?
«Egan è uno scalatore puro, Thymen più un passista scalatore. Il risultato della nostra coppia è completo. Anche Uae e Bahrain-Victorious hanno due nomi da spendere per la generale. Sicuramente la terza settimana si presta tatticamente a muovere i propri leader».
Avete capito quale Uae marcare tra Del Toro e Ayuso?
«La loro è la squadra più completa: Del Toro si è dimostrato molto forte, ma sul Grappa hanno tirato per Ayuso perché davanti con la maglia rosa c'erano anche i leader di altre squadre. Vedremo se riusciranno a gestire tutto anche nella terza settimana: le situazioni che abbiamo imparato a conoscere finora potrebbero cambiare».
Quali sono le tappe in cui la classifica potrebbe essere rivoluzionata?
«La tappa dopo un giorno di riposo è sempre complicata. Si riparte subito con un’altimetria molto esigente. Venerdì e sabato ci sono indiscutibilmente le tappe regine ma penso anche al Mortirolo da affrontare mercoledì (domani, ndr): la discesa e la valle verso Bormio non sono scontate come sembrano e lo sviluppo tattico giusto sarà importante».