Primoz Roglic che esulta in maglia rosa al termine della seconda tappa è un guanto di sfida. Nel giorno in cui lo sloveno mostra gli artigli, il britannico Joshua Tarling, 21 anni e 84 giorni, stabilisce un primato: è il più giovane vincitore di una cronometro nella storia del Giro d’Italia. A coronamento dei 13,700 km Tarling ha distanziato per pochi decimi di secondo Roglic, di 3” Jay Vine, 4° Affini a 6”. Mads Pedersen, che ha cercato di difendere la leadership, è arrivato 7° a 12” da Tarling.
Van Aert bocciato, Vine e Carapaz acrobati
Pedersen può essere orgoglioso: ha perso la maglia rosa per 1”. La crono nella capitale albanese boccia Wout Van Aert, protagonista di una scalata lenta a Sauk, e ora la vita si complica per il fiammingo della Visma-Lease a Bike, che difficilmente potrà conquistare la maglia rosa e dovrà smistare le speranze sulla ciclamino della graduatoria a punti. La sfida nel centro di Tirana è stata difficile per la serie di curve ad angolo quasi acuto e l’asfalto particolarmente liscio. L’australiano Plapp è scivolato in curva, strisciando di schiena sull’asfalto senza riportare conseguenze. Invece Jay Vine e Richard Carapaz hanno evitato cadute con numeri da acrobati. Lo squadrone Ineos-Grenadiers in questo Giro fa a meno del granatiere Filippo Ganna e, in compenso, ha Tarling, statura 194 centimetri, che unisce potenza e stile alla freddezza. Il gallese sapeva di dover soffrire nella prima parte della crono caratterizzata dalla scalata a Sauk. Nella seconda parte Joshua ha fatto la differenza, ottenendo il 2° successo stagionale.
La crono di Tirana
«Può azionare il rapportone con una coppa di champagne sulla schiena senza perderne una goccia», si diceva del grande cronoman Jacques Anquetil, sempre composto nell’azione. Lo si può dire anche di Tarling. Ieri il miglior intertempo (8° km) a Sauk l’hanno fatto registrare Mathias Vacek e Roglic, alla pari. Vacek alla Lidl-Trek è colui che tira le volate a Pedersen. Terzo all’intertempo è passato Vine a 2”, 4° McNulty a 4”, 5° Tarling a 5”, poi Affini e Hoole a 7”, Ayuso a 8”. Pedersen è transitato con l’11° tempo, a 10” dai migliori. Nella seconda parte Tarling ha azionato un rapporto impensabile anni fa: 68 per 11, ovvero 13,19 metri di mostruoso sviluppo nell’arco di una pedalata, roba da gara in pista dietro motori. All’arrivo Roglic ha gioito per i distacchi inflitti agli altri aspiranti alla vittoria finale: lo sloveno griffato Red Bull-Bora ha dato 16” ad Ayuso, 25” a Tiberi, 27” a Storer, 37” a Carapaz. Un “multi-tesoretto” che vale doppio considerando la brevità della prova. Nel clan Lidl-Trek si festeggia la conquista della maglia bianca (miglior giovane) di Vacek, ma bisogna alzare il morale a Giulio Ciccone, non brillantissimo ieri.
Ultima tappa in Albania
Perdersen non è tipicamente cronoman però la sua azione in apnea negli ultimi chilometri è stata pure commovente. E non deve certamente arrossire per aver perso la maglia rosa: oggi nell’ultima tappa del “Giro d’Albania” può riconquistarla. Roglic nel suo vittorioso Giro d’Italia 2023 indossò il simbolo del primato al penultimo giorno, in cima al Monte Lussari. Nel Giro 2025 ha la rosa al 2° giorno tuttavia né lui e nemmeno i suoi quotati scudieri sembrano intenzionati a fare salti mortali per salvarla ad ogni costo nella prima settimana. Oggi la tappa può risolversi con la volata di 25-30 battistrada, senza velocisti. Il vincitore del traguardo volante acquisisce 6” di abbuono, chi si aggiudica la tappa 10”. Gli abbuoni possono aiutare Pedersen a tornare leader. Non ha nemici in gruppo, e scusate se è poco. E Van Aert, zero vittorie stagionali, deve rifarsi.