Mads Pedersen centra il poker di tappe e la maglia rosa Isaac Del Toro dà un’altra rasoiata a Juan Ayuso. I fuoriclasse ancora in grande evidenza nella Rovigo – Vicenza, tredicesima tappa del Giro d’Italia. Sulla Costiera Berica si è assistito ad una “quasi” Liegi-Bastogne-Liegi molto spettacolare. Nelle fasi nevralgiche il messicano Del Toro evidenzia impressionante lucidità tattica e notevole disinvoltura nella guida del mezzo. Isaac, 21 anni, è il re della scelta di tempo e la Uae Emirates farà bene a blindarlo. All’arrivo di Vicenza il suo coequipier Ayuso, 22, ha perso preziosi secondi. Giovedì sera il vantaggio di Isaac sullo spagnolo era di 33”. Ieri sera il margine si è esteso a 38”: un colpo ai fianchi. Ayuso agisce sempre di rimessa, spesso è costretto ad inseguire Del Toro. Onori a Pedersen, 29 anni, che dopo i successi di Tirana, Valona e Matera ha messo nel carniere anche la tredicesima tappa con una performance ragguardevole: ha percorso gli ultimi 1000 metri in salita col 12% di pendenza massima alla media di 35 orari. Nella Rovigo-Vicenza c’è stata naturalmente la fuga a lunga gittata; il più resistente dei battistrada è stato Lorenzo Germani, laziale di Roccasecca in forza alla Groupama-FDJ. Sulla salita di San Giovanni al Monte alle spalle di Germani si è scatenata bagarre grazie a Bernal, Arensman e altri boys dell’Ineos. Del Toro ha prontamente reagito, come Pedersen, rimanendo in scia ad Arensman e Bernal. Tiberi, Carapaz e altri uomini da classifica hanno stentato a riprendere i migliori.
Lo show di Vacek e Bardet
Sulle “montagne russe” vicentine il gruppo principale si è sfaldato nuovamente quando Christian Scaroni con bel gesto atletico è andato a riprendere il quasi esausto Germani. Al primo passaggio sulla collina dell’arrivo Scaroni è rimasto solo al comando. Benché braccato dagli uomini della Uae Emirates interessatissimi allo sprint con abbuoni di Arcugnano, il bresciano di Botticino ha mantenuto un piccolo vantaggio. Christian col cuore in gola si è aggiudicato i 6” di abbuono. Ciò che è avvenuto in volata dietro a lui fa ancora una volta riflettere. Del Toro stava conquistando il 2° posto, tuttavia accorgendosi che Ayuso rinveniva ha quasi smesso di pedalare per farsi superare dallo spagnolo: una contraddizione per chi guida la classifica. Ad Ayuso 4” di abbuono, 2” al messicano che ha esagerato col fair-play. Poi c’è stato lo show di Vacek e Bardet, ripresi all’inizio del colle d’arrivo. Isaac non ha fatto regali sulla rampa e oltre ai 4” d’abbuono del 3° posto, col vuoto che si è creato tra lui e il 4° Remy Rochas, ha rifilato altri 3” ad Ayuso, Roglic, Carapaz, Tiberi, Bernal e altri eccellenti uomini da classifica generale.
Le parole di Pedersen
Al termine dei 180 km il danese Pedersen, Campione del Mondo 2019, era strafelice. «È stata una volata pazzesca - ha dichiarato il capitano della Lidl Trek - : sono partito lunghissimo e il rettilineo non finiva più. Ce l’ho fatta a mantenere un piccolo margine su Van Aert. Ringrazio Ciccone, Vacek e tutta la Lidl Trek per il formidabile aiuto». A Mads mancano pochi punti per garantirsi matematicamente la maglia ciclamino: «È come realizzare un sogno poiché la mia squadra aveva come obiettivo minimo 2 vittorie di tappa. Grazie a Daan Hoole 1° a Pisa siamo già a quota 5 e mancano ancora 8 tappe». Nel 2015 il belga Philippe Gilbert s’impose sul Colle Berico. Ieri Van Aert in rimonta voleva imitare il glorioso connazionale. «Non ci sono riuscito per pochissimo. Non ho perso la gara sulla rampa d’arrivo bensì a 15 km dalla fine, quando sono rimasto attardato. Riprendere i migliori è stato faticosissimo, nello sprint ne ho risentito. Ci riproverò, voglio il 2° successo».