Cambiano luoghi e avversari, stagioni e temperature, percorsi e condizioni di gara. Dalle salite delle Alpi alle pietre del Belgio, dagli sterrati di Toscana alle cotes del Limburgo l'unico che non cambia è lui, Tadej Pogacar. A una settimana dal secondo posto all'esordio nella Regina delle Classiche, la Parigi-Roubaix, lo sloveno è al via della 59ª edizione dell'Amstel Gold Race (255,9 km da Maastricht a Valkenburg, diretta integrale su Eurosport 1 dalle 14:30), classica della birra già finita nel capiente boccale del campione del mondo dell'Uae Emirates XRG nel 2023. Chi pensava che Pogacar potesse (o volesse) rifiatare dopo gli sforzi sul pavé francese è stato smentito: il trittico delle Ardenne sarà il suo nuovo terreno di caccia. Per il 26enne sloveno di Komenda – al via con la nuova e rivoluzionaria V5Rs, la Colnago più leggera mai fabbricata - è un ritorno. Due anni fa tentò il tris riuscito in passato solo al compianto Davide Rebellin e a Philippe Gilbert ma dopo gli assoli di Amstel e Freccia Vallone chiuse con caduta e frattura al polso sinistro un'amara Liegi-Bastogne-Liegi in cui Evenepoel sbaragliò la concorrenza.
Proprio lui, Remco Evenepoel. Fresco di ritorno trionfale con la vittoria alla Freccia del Brabante di venerdì dopo mesi di assenza a causa di un incidente con un furgone delle poste belghe a inizio dicembre. Se l'ormai storica sfida con Jonas Vingegaard non si rinnoverà fino al Delfinato del prossimo giugno e quella con Mathieu Van der Poel ha appena finito di sconvolgere e riscrivere la storia recente delle due ruote ecco che il ritorno del talento belga della Soudal Quick-Step regala a Pogacar e alla platea di tifosi e appassionati un altro emozionante duello che manca ormai dallo scorso 12 ottobre, giorno del quarto Giro di Lombardia consecutivo dell'asso sloveno. È una sfida in tre atti tra il campione del mondo e quello olimpico: scatta quest'oggi con l'Amstel Gold Race, prosegue mercoledì con la Freccia Vallone e culmina domenica prossima con la Liegi-Bastogne-Liegi che i due duellanti si spartiscono da ben 4 edizioni.
Il ruolo di terzo incomodo di giornata: da Van Aert e Pidcock fino a Healy e Zambanini
È un cambio di paradigma vero e proprio quello messo in atto da Pogacar. Dal ciclismo dei calendari tagliati su misura, dove ogni chilometro in gara in più era visto solo come un rischio, alle sfide esaltanti e su tutti i fronti con i rivali più forti. Sono talento e lavoro a permetterglielo, è la sua voglia di competere e – soprattutto – di vincere a motivarlo. Per il ruolo di terzo incomodo di giornata il casting è bello ampio: da Van Aert – (ancora) secondo al Brabante – a Pidcock, da Aranburu a Powless, da Matthews a Healy passando per Trentin, Zambanini, Velasco e il rientrante Scaroni per una truppa italiana che manca dall’albo d’oro dal bis di Enrico Gasparotto targato 2016. Del percorso di quell’edizione fa il suo ritorno all’Amstel il mitico Cauberg, rimosso dagli organizzatori dopo il 2017 per movimentare un finale che favoriva fin troppo l’attendismo del gruppo. Con Pogacar e Evenepoel al via, non sarà certo questo il caso.
Sono tre le ascese al Cauberg (900m al 7,5%) sulle 34 salite complessive: la prima a 85 km dal traguardo, la seconda a 22, la terza ai -2500 metri. Occhio anche all’ordine pubblico, dopo l’annuncio del gruppo FPM (Free Palestine Maastrischt) di una protesta alla partenza che metterà nel mirino la partecipazione dell’Israel Premier-Tech. Parata di stelle e Cauberg pure nel menù della gara femminile (157,4km con diretta tv su Eurosport 1 dalle 13): Longo Borghini proverà a sgomitare tra Vollering, Kopecky, Vos, Ferrand-Prevot e Niewiadoma.