Una parte per il tutto, un uomo per la sua stagione. Mathieu Van der Poel è la primavera. E' il fango che asciuga, il sole che fa capolino, la pietra che risuona sorda. E' un'emozione, un modo di sentire. Agli antipodi dall'inverno cerebrale del tifoso che, in piena cavalcata sul pavè, gli lancia una borraccia in pieno volto. Poco male, la corona sulla testa non si è mossa e neppure ha vacillato su una foratura successiva. Come Francesco Moser (1978-1979-1980), come Octave Lapize (1909-1910-1911), Van der Poel conquista la sua terza Parigi-Roubaix consecutiva. Tre arrivi in solitaria, uno più leggendario dell'altro. Questo è speciale. Perchè stavolta al via c'era Tadej Pogacar, perchè i suoi rivali minacciavano fuoco e fiamme. Il risultato però non cambia: è la sua ottava Monumento. Riprende Pogacar in questa graduatoria scolpita ormai nell'immortalità e scrive il suo nome al termine di una pagina di rivalità ciclistica che è già storia. Perchè loro due, Van der Poel e Pogacar, sono gli atleti capaci di vincere le ultime sette Monumento. La corsa esplode quando mancano 164 chilometri, una gara intera. Sul primo settore di pavè dei trenta previsti è lo sloveno a dare la scintilla.
Philipsen protagonista, sorpresa Bissegger
Cadono Van Aert e Philipsen, il gruppo esplode. Nelle prime due ore di corsa la media è spaziale, 51,2 km/h, come da promessa di vento a favore dopo una nottata bagnata dalla pioggia. La media finale, 46,9 km/h, è la seconda di sempre dopo quella dell'edizione 2024. Non c'è da meravigliarsi: già nel settore precedente alla Foresta d'Arenberg - Haveluy a Wallers – gli attacchi si sprecano. Prima Pogacar, poi Van der Poel e infine Mads Pedersen. Dopo la mitica Foresta in testa restano in cinque. I tre grandi protagonisti più Philipsen – capace di rientrare dopo la caduta – e il sorprendente Bissegger. Con il passare dei chilometri e del pavè sono sempre loro, Van der Poel e Pogacar, a frustrare i compagni d'avventura. A farne le spese è lo sfortunatissimo Pedersen, che fora nel peggior momento possibile. Philipsen resta agganciato al compagno di squadra Van der Poel, nel tentativo di schiacciare Pogacar in un abbraccio sportivamente letale, ma è il primo dei tre a saltare sull'esigente Mons-en-Pevele, complici le fatiche della rimonta precedente. Il momento decisivo nel settore di pavè numero nove, Pont-Thibault a Ennevelin.
Milan sullo sfondo
A 38 chilometri dal traguardo Pogacar valuta male una curva, finisce nell'erba a ridosso delle barriere e cade. Tra lui e Van der Poel si crea un gap di 20-25 secondi che non si richiuderà mai più. Lo sloveno rimedia un'escoriazione sul braccio sinistro e del sangue a impregnare il guanto intorno al polso. Un cambio di bici negli ultimi chilometri fa il resto. Il velodromo André-Pétrieux applaude il suo padrone, rende omaggio allo sloveno e si gode la volata per il podio finale, vinta da un Pedersen mai domo su un Van Aert – invece – mai realmente nella lotta per la vittoria. Carica di promesse alla vigilia, la Roubaix degli italiani si esaurisce in una nuvola di rimpianti ed episodi sfortunati. Filippo Ganna fora nel primo tratto di pavè della gara, Troisvilles a Inchy. Impiega 35 chilometri per rientrare nel gruppo dei migliori e poi perde contatto con i battistrada poco prima della Foresta di Arenberg. Da lì, sarebbe servito più di un miracolo. Attento e coraggioso nella prima metà di gara Davide Ballerini ha provato a replicare la top10 del Fiandre ma un contatto con un imprudente massaggiatore ai -122 lo ha messo fuori dai giochi. Oltre a una foratura, troppo forte il dolore al polso destro per permettergli di continuare: la sua Roubaix è finita in ospedale. E' in piena Foresta di Arenberg invece che Jonathan Milan finisce sullo sfondo. Anche in questo caso, è una foratura a frantumare le sue speranze.
Ordine d'arrivo
(Compiegne-Roubaix, 259,2km): 1. Van der Poel (Ola) in 5h31'27" (media di 46,921 km/h); 2. Pogacar (Slo) a 1'18"; 3. Pedersen (Den) a 2'11"; 4. Van Aert (Bel) st; 5. F. Vermeersch (Bel) st; 6. Rutsch (Ger) a 3'46"; 7. Bissegger (Sui) st; 8. Hoelgaard (Nor) st; 9. Wright (Gbr) a 4'35"; 10. Rex (Bel) 4'36"; 13. Ganna a 4'45"; 37. Nizzolo a 6'19"