L'ultima volta al Giro delle Fiandre, Filippo Ganna tagliò il traguardo di Oudenaarde quasi 9 minuti dopo l'eroe di giornata Alberto Bettiol. Era il 2019 e in quel gruppetto c'era pure Marco Marcato, oggi direttore sportivo dell'Uae Emirates XRG e domenica prossima in ammiraglia per guidare un certo Tadej Pogacar. Era il primo anno all'Ineos Grenadiers – allora Team Sky - per il piemontese e, stavolta non è solo un modo di dire, il meglio sarebbe dovuto ancora venire. Dopo sei anni, 33 vittorie da professionista, sei titoli mondiali tra cronometro e pista e tre medaglie olimpiche Filippo Ganna farà il suo ritorno sulle pietre della Ronde. Sbarcherà in Belgio domani, per poi viaggiare con la squadra in direzione Roubaix con tanto di ricognizione prevista a metà della prossima settimana. Una decisione presa dopo attenta valutazione: eliminando dal proprio calendario Gand-Wevelgem e Attraverso le Fiandre, sarà proprio la Monumento belga il lussuoso antipasto dell'Inferno del Nord, uno dei grandi appuntamenti della stagione del corazziere di Verbania. La carriera di Ganna, alla soglia dei 29 anni, ha intrapreso una svolta netta: meno pista, più strada. Con grandi sogni da cullare. Dopo il secondo posto alla Tirreno-Adriatico alle spalle di Ayuso – con tanto di vittoria di tappa a crono –, il doppio podio a Milano-Sanremo e E3 Saxo Classic ha lanciato Ganna in una nuova dimensione, quella degli extraterrestri. Il capitano Ineos è stato l'unico capace di tenere il ritmo di Van der Poel e Pogacar nelle fasi salienti della Classicissima ed è stato il primo degli umani a tagliare il traguardo nella classica di Harelbelke dello scorso 28 marzo, alle spalle del solito neerlandese dell'Alpecin-Deceuninck e di Mads Pedersen (tutto fuorchè umana la sua affermazione alla Gand di domenica).
La preparazione
Con coach Dario David Cioni – che segue Ganna da quest'anno in coppia con l’olandese Dajo Sanders – la preparazione del piemontese è stata modificata e anticipata rispetto al passato. E sta dando i suoi frutti: l'assenza di un grande appuntamento estivo come i Giochi di Parigi dodici mesi fa ha permesso all'azzurro di inseguire il top della forma in piena primavera. Al Fiandre Ganna non avrà l'ossessione del risultato e partirà da outsider in mezzo a un plotone di campioni: da Pogacar a Van der Poel, da Pedersen a Van Aert. E se gli strappi e i muri sulla strada verso Oundenaarde rischiano di rappresentare un conto troppo salato da pagare per l'azzurro in termini di competitività (ma mai dire mai, visto il suo rendimento), respirare l'aria del grande appuntamento prendendo confidenza con le pietre potrebbe comunque essere la scelta giusta a soli sette giorni di distanza dalla Parigi-Roubaix. E proprio l'Inferno del Nord è la classica Monumento che forse meglio si sposa con le caratteristiche fisiche e tecniche di Ganna. La progressione di risultati dell'azzurro nella gara è eloquente: dopo la vittoria da Under 23 nel 2016, nel 2018 tra i pro superò il tempo limite salvo poi migliorare di partecipazione in partecipazione fino al sesto posto del 2023. Comunque andrà al Fiandre, sarà un successo. Perchè l'evoluzione di Ganna è tecnica, fisica ma anche mentale. La gestione delle responsabilità da capitano di un team come l'Ineos lo ha fortificato, la consapevolezza della propria forza si è consolidata. Il piemontese, tra l'altro, è più giovane di Van der Poel, Van Aert e Pedersen e l'esperienza maturata in questo 2025 potrebbe pagare dividendi importanti anche nelle prossime stagioni.