La Japan Cup del 20 ottobre è stata l’ultima gara della carriera di Fabio Felline. All’età di soli 34 anni Felline vanta 15 stagioni di permanenza nel professionismo. «Tante – dichiara il ragazzo di Torino - soprattutto per il ciclismo moderno. E io recentemente ho stabilito che mancano i presupposti per proseguire». Fabio è stato sempre in squadre importanti, compresa l’Astana; nell’ ultima stagione ha gareggiato alla Lidl-Trek. Mai nessuno ha messo in dubbio le sue doti da finisseur fondista e, spesso, è stato uomo vincente. In prevalenza ha trionfato per distacco oppure battendo in volata il gruppo dei migliori. Fabio esce di scena al termine di una stagione priva acuti. «In vista del 2024 – dichiara Fabio, in passato spalla di Vincenzo Nibali – con lo staff Lidl Trek ho concordato un programma parallelo a quello di Giulio Ciccone. Purtroppo Giulio si è infortunato e ha saltato il Giro d’Italia. Io senza il Giro nelle gambe ho avuto problemi a guadagnarmi il posto per il Tour».
Le parole di Felline
Felline da professionista ha ottenuto 14 successi nelle corse in linea, più molti altri nelle cronosquadre e anche in graduatorie speciali. Nel suo palmarés c’è, ad esempio, il Grand Prix di Fourmies (Francia) con tanti campioni di scena, oltre al durissimo Giro dell’Appennino. Il Memorial Pantani del 30 agosto 2020 è la sua ultima vittoria. «Nel gennaio 2021 – spiega – decisi di trasformarmi in uomo al servizio della squadra. Fare il gregario è sempre impegnativo, tuttavia dal punto di vista nervoso e atletico assai meno duro del ruolo di punta». Nel scegliere il successo più bello della carriera non ha dubbi: «È il Trofeo Laigueglia 2017 che vinsi per distacco». Fabio aveva la maglia della Nazionale sperimentale del ct Davide Cassani e varcò il traguardo con 25” sul francese Hardy. «Il Laigueglia – dice Felline – per me è sempre stata una gara quasi di casa. Bellissimo trionfare davanti a tanti amici». Si pensava che scegliesse come top la vittoria nella maglia verde-classifica a punti della Vuelta 2016. «Essere festeggiati a Madrid in maglia verde è speciale tuttavia preferisco sempre varcare il traguardo a braccia alzate: l’emozione è maggiore». Alla Vuelta 2016 Felline vinse la maglia verde coi piazzamenti, senza successi di tappa.
Il ritiro di Felline
Le vittorie potevano essere più numerose: la Dea bendata troppe volte gli ha girato le spalle. «Nel 2017 dopo il trionfo al Laigueglia ho vinto il cronoprologo di Aigle del Giro di Romandia e sfiorato la vittoria all’Het Volk. Occupavo la 14ª posizione nel ranking Uci, andavo benissimo. Però mi sono ammalato: la toxoplasmosi ha rovinato tutto». Fabio aveva iniziato benissimo anche il 2019, ma cadde: «Mi scheggiai la testa del femore, e per un po’ addio ai sogni di gloria». Fabio dice basta al ciclismo professionistico senza scindere completamente il legame con la proprietà del team Lidl-Trek: «Sarò ambassador di Cicli Trek». E farà ambasciate anche per Pella Sportwear. «Farò i test ai capi d’abbigliamento ciclistico, cercherò di aiutare lo staff Pella nello sviluppo e produzione». Inoltre Felline nel futuro rafforzerà il legame con la città di Torino: sarà un tecnico nei progetti del Motovelodromo di Torino, impianto recentemente ristrutturato e trasformato. «Salire a bordo del Motovelodromo rappresenta per me un legame con passato, presente e futuro. È stato il tempio del ciclismo torinese, grandi campioni hanno pedalato sulla pista che ora è di nuovo attiva e utilizzabile da tutti. Il Motovelodromo è un progetto di inclusione, impatto sociale e sportivo. È un obiettivo per il futuro, luogo ideale per rilanciare il ciclismo giovanile e amatoriale». Domenica alle 16.30 Fabio riunirà tanti suoi amici proprio al Motovelodromo per festeggiare e rivelare altre novità.