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I gesti di Tamberi, tra abbracci olimpici e rivalità tricolori

Alessio De Marco/LMedia AG ALDO LIVERANI SAS

Dopo le scintille con Fassinotti ai campionati italiani di Rieti, il campione olimpico di salto in alto ha ricostruito l'accaduto via instagram 

TORINO - Teatrale, estremo, incontenibile: quando si tratta di Gianmarco Tamberi, gli aggettivi abbondano. Il campione olimpico di salto in alto sa trasformare la pedana del salto in alto nel proprio personale palcoscenico. E' stato così anche ai Tricolori di Rieti dove però lo show è stato rovinato da quel gesto plateale rivolto a Marco Fassinotti, dopo lo spareggio a 2,26 per l’assegnazione del titolo italiano. Ora sono arrivate le scuse via instagram di Gimbo. Non a Fassinotti, ma al pubblico e ai tifosi per quel comportamento antisportivo che - a detta di Tamberi - sarebbe stato il frutto di una provocazione. A far saltare i nervi sarebbe stata una frase di Fassinotti sul fatto che la gara era conclusa. «Marco sapeva quanto io tenessi a fare una misura migliore, perché questa era la mia ultima gara prima dei Mondiali» ha sottolineato Tamberi, che ha interpretato le parole dell’avversario come una provocazione. Tra i due non c’è certo l’amicizia che ha portato Gimbo a condividere l’oro olimpico con Mutaz Barshim, ma è proprio il ricordo del gesto di Tokyo a rendere ancor più stridente quanto accaduto a Rieti. Le scuse (al pubblico) senza scuse (a Fassinotti) sono un’occasione mancata per chiudere l’episodio. Non servono abbracci, ma almeno un gesto di distensione tra chi veste la maglia azzurra. 

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