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Mondiali atletica, l'eritreo Ghebreslassie vince la maratona, 4° l'azzurro Pertile

LaPresse

È l'atleta più giovane ad aver vinto in questa disciplina ai campionati mondiali. 

PECHINO - L'eritreo Ghirmay Ghebreslassie, 19 anni, ha vinto la maratona ai Mondiali di atletica di Pechino. È il più giovane ad aver vinto in questa gara ai Mondiali. È entrato nel Nido d'uccello con la sua bandiera nazionale dopo 2 ore, 12 minuti e 27 secondi. Secondo, a 40 secondi, è stato l'etiope Yemane Tsegay, terzo l'ugandese Munyo Solomon Mutai. Solo sesto il campione del mondo uscente e medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra del 2012, l'ugandese Stephen Kiprotich. Ruggero Pertile è arrivato 4° in 2:14:23. L'altro italiano Daniele Meucci si è classificato 8° con 2:14:54

GLI AZZURRI - Ruggero Pertile racconta con emozione il quarto posto alla maratona dei Mondiali di atletica di Pechino, vinta dal diciannovenne eritreo Ghirmay Gebrselassie. «È il miglior risultato di tutta la mia carriera - dice il 41enne atleta - ma non ne sono ancora del tutto felice. Mi dispiace per la medaglia perchè non era troppo lontana ed io ci ho creduto dal primo metro dopo la partenza. Ho fatto una gara regolare, conoscendo bene i cambi di ritmo tipici degli africani, anche se qui ho visto i big abbastanza in difficoltà, sudavano tantissimo. È stata la maratona che avevo in mente aggiunge Pertile - Rio nel 2016 sarà una gara difficile come questa. Ogni maratona è una storia che bisogna saper leggere. L'età conta, ma si vince e si arriva in fondo con la testa e le motivazioni». Daniele Meucci, arrivato ottavo, fa i complimenti al compagno di squadra. «Ruggero è stato grande - afferma il campione europeo di maratona a Zurigo 2014 - ed allenandoci insieme sapevo che stava molto bene. Io, invece, al 32/o km ho avuto un problema intestinale e mi sono dovuto fermare per andare in bagno. Lì purtroppo ho perso quasi un minuto e mezzo. Un vero peccato perchè ero lì anche io e con Pertile eravamo riusciti ad impostare una gara sul nostro ritmo. Il caldo si sentiva, ma non è stato esagerato. Sono tra i primi otto al mondo, tutta esperienza guadagnata per Rio 2016 e il mio futuro da maratoneta».

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