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Atletica: morto Kamayev, ex n°1 dell'antidoping russo

EPA

Probabile un attacco cardiaco. Si era dimesso a dicembre dopo lo scandalo degli atleti dopati: a breve sarebbe stato interrogato da una delegazione internazionale

TORINO - Nikita Kamayev, ex direttore esecutivo della Rusada (agenzia antidoping russa), è morto due mesi dopo le dimissioni dal suo incarico durante lo scandalo doping. Si pensa che il dirigente abbia perso la vita per un attacco cardiaco. «Non si era mai lamentato di problemi al cuore – ha dichiarato Ramil Khabriev, ex dg della Rusada -, forse sua moglie sapeva più cose». Secondo le parole del ministro dello Sport Vitaly Mutko, il 50enne «era in salute». Il malore ha colto Kamayev durante una sciata, ma lui non si è recato in ospedale. È tornato a casa, come ha in seguito raccontato ancora Khabriev. Quando in Russia scoppiò la bufera doping, l’ex capo dell’agenzia antidoping rispose contrariato alla WADA, ritenendo ridicola la sospensione del laboratorio antidoping di Mosca: «Ho una fondina, una pistola e tutti i giorni vado negli scantinati della Lubyanka» disse facendo riferimento al palazzo del KGB. Intanto la capitale russa attende la terza visita degli ispettori della Iaaf, per tentare di dare una svolta alla vicenda e alla riammissione della Federazione alle gare.

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