Non ha colpe sui gol. Però ne prende altri due e fanno cinquanta in trenta partite. La cosa che fa rabbia è che non compie neppure una parata. Le uniche giocate le fa con i piedi.
Suo l’assist per il gol di Belotti. Corre molto anche se qualche volta dà l’impressione di essere coinvolto, quindi un po’ sconvolto, dalla frenesia. Però in tutte le azioni c’è.
Si fa infilzare spesso. Fa l’assist a Jankto in occasione del primo gol e viene superato in tromba da Zapata sul 2°. E’ un momento che non va, nelle disattenzioni (tante) della difesa lui c’è sempre. Ma è anche sfortunato. Il palo colpito gli ha cambiato la partita. In peggio.
Bello il gol, rapinoso, come fanno gli attaccanti di ruolo. Lui era lì, nel cuore dell’area, perché è uno che non molla mai e ci crede. Un esempio per i compagni. Oltre alla rete, importantissima, che ha alimentato la fiammella della speranza, ha disputato la solita partita anima e cuore.
Ha spinto e difeso bene tant’è che le azioni più pericolose dell’Udinese non sono mai arrivate dalla sua zona di competenza.
Lineare, pulito, presente nel gioco. Ha toccato tanti palloni, spesso ha scelto la giocata facile per non complicarsi la vita. Il suo spessore fisico si è visto e sentito in mezzo al campo. Stava, inoltre, per segnare un altro gol (dopo quello fatto all’Inter) da cineteca con un tiro da lunga gittata che Scuffet ha neutralizzato all’ultimo istante.
Abbastanza vivo, ma sempre poco concreto.
A intermittenza. Tante belle giocate ma, anche, alcune amnesie. Deve trovare il passo giusto sotto forma di continuità. Alla fine, comunque, esce dal campo senza sfigurare.
Stava per segnare. E’ in forma, facciamolo giocare...
Si fa male al fianco dopo pochi minuti.
Si batte ma spesso sbatte contro il muro dei friulani. Niente da dire sotto l’aspetto dell’impegno ma la sostanza ancora non c’è.
Un gol, due legni e un gol annullato che era regolare. Difficile fare più di questo, ma lui lo fa, considerate le altre occasioni che crea e l’aiuto che dà in difesa. Vederlo giocare è uno spettacolo, non ha paura di nessuno. Certo che con un po’ di fortuna il bottino di reti poteva essere superiore.
Il primo tempo e parte del secondo, sulla corsia esterna, è da censura. Ma nell’ultima mezz’ora, quando ha fatto il trequartista, ha dato spettacolo. Senza compiti e avversari che lo mordono, con qualche metro di spazio, regala magie.
Ad un certo punto ha giocato con cinque attaccanti. Ci ha creduto. Ha dato coraggio. Bravo Sinisa.