Da voto alto la paratissima su Caprari al 35'. Non compie miracoli, ma non ha colpe specifiche sulle tre reti subite.
Tanto generoso quanto macchinoso. Fallisce un paio di uscite dalla propria trequarti perché le gambe non assecondano gli input cerebrali.
Non sbaglia più un colpo e dà serenità ai compagni anche quando il Toro inizia a farsi male da solo.
Entra nell'azione del vantaggio con l'assist sporco per Iago. Pochi errori, ma scarne pure le accelerazioni.
Serviranno altre e più probanti prove per certificarne il valore, ma i segnali nella prima dall'inizio in campionato confermano che il regista serbo ha talenti da coltivare sorretti da una buona personalità. Al 31’ prende un’ammonizione sciocca per un fallo a centrocampo su Benali. Acquah (11' st) 5.5 Entra e dopo la rete di Belotti il Toro si perde. Sarà un caso, o forse no.
Si fa sempre male, stavolta alla caviglia. Prima di arrendersi a un fisico di vetro partecipa al divertissement granata. Gustafson (46' pt) 6 Per lo svedesino si tratta dell'esordio assoluto in A: impiega troppo tempo a capire dove mettersi. A questo punto diventa fondamentale impari la nostra lingua. Anche perché la linearità del suo gioco non dispiace.
Riscatta l’errore di Empoli e segna la 10ª marcatura in ventun gare di campionato. Suo pure il cross per il 5-0 di Belotti.
Imperiosa la sponda per il 2-0 di Ajeti servita come antipasto alla 16ª marcatura in A: ripartenza in campo libero e tiro rasoterra che inchioda Bizzarri. Timbra pure il 5-0, di testa, e con 17 reti si piazza a una lunghezza da Dzeko, in classifica marcatori.
A inizio ripresa con un destro a giro piazza la sesta zampata in campionato: non segnava dal 5 novembre (Toro-Cagliari 5-1). Boyé (36’ st) ng.
Il Toro è prima carico, fluido e determinato, quindi si fa segnare 3 reti da un Pescara che non ne segnava altrettanti in A dal 1993. Colpa di Ajeti e di una tenuta mentale collettiva da psicoterapeuta. Comunque arriva la prima vittoria del 2017.