Maxi Lopez che lottatore, bene Molinaro. Luiz Adriano deludente, Bacca torna a brillare: ecco i giudizi ai giocatori granata nella sfida contor il Milan
Balla, e ogni tanto deve piazzare l'uscita alta semispericolata, anche se il Milan nel primo tempo lo incalza pochissimo, ma comunque lo obbliga a una parata in tuffo non accademica, su sventola di Montolivo. Incolpevole sul gol.
Marcatore soprattutto, ma con licenza di armare il lancio lungo, raramente con costrutto speciale. Soffre a tratti Bonaventura.
Le ansie arrivano non tanto con Luiz Adriano, sovrastato nei fatti, quanto dagli inserimenti centrali di Montolivo e compagnia. Il capitano regge
Gioca sereno la sua partita pronto al raddoppio su Cerci o Kucka, se serve, ma poi si fa trovare fuori posto, lontano da Bacca, quando il Milan passa.
Spinge poco, e dire che l'arte dello stantuffare dovrebbe essere una sua virtù. E' più terzino di contenimento che esterno di proiezione. Compito, non specialmente meritevole. Belotti (27' st) 6 Entra e si fa immediatamente apprezzare con la sponda rapace per Baselli: 1 a 1. Combatte, cresce.
Gira a vuoto, e quando parte, non incide. O addirittura latita. La quantità di palloni che sbaglia è monumentale.
Il solito cireneo, si fa il mazzo doppio, battezza soprattutto la quantità, assai meno la qualità. E si fa prendere in velocità da Montolivo, più di una volta, infilzato. Infine esce anzitempo, bollato. Vives (1' st) 6 Decisamente più quadrato e presente del compagno, attenua un pezzo di Milan e produce ripartenze.
Si riappropria della fascia e deve vedersela con Cerci, che sfida con la forza della potenza fisica e della cattiveria agonistica, attaccando, più che difendendo. Tanto che le sue discese elettrizzano il Toro, seppur troppo raramente.
Compresso, talora anche dimenticato, ma pure lui non trova la chiave per sverginare la marcatura talvolta doppia che patisce. Benassi (35' st) ng.
Più mobile e ficcante del compagno, nonostante si portasse a spasso un polpaccio non perfetto. Punzecchia la sua ex squadra, non trova il 2 a 1 in diagonale, davanti a Diego Lopez che gli chiude lo specchio.
Bada a lungo alla quadratura dell’equilibrio tattico, cercando di creare una trappola con le ripartenze. Scatena il Toro solo quando obbligato. Azzecca il cambio decisivo di Zappacosta-Belotti, ordina l’assalto dopo l’1 a 1.