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Juve, l'assist dal Mondiale: Di Maria per scatenare Kostic

Scaloni ha spostato il Fideo di fascia in finale e ha colpito la Francia: un'idea anche per Allegri. L'analisi tattica di Michele Tossani

1 di 11 Il Mondiale restituisce alla Juve due campioni del Mondo, Leandro Paredes e Angel Di Maria, attesi alla Continassa lunedì 2 gennaio (a meno che non decidano di giocare d’anticipo). Club, tifosi e Massimiliano Allegri si aspettano soprattutto un Di Maria pronto a diventare indiscusso protagonista della seconda metà di stagione, dopo una prima parte nella quale è stato limitato da problemi fisici ad appena 7 presenze in campionato.
Getty Images
2 di 11 I dati prodotti dal giocatore argentino durante il Mondiale confermano l’importanza di Di Maria per il successo della squadra di Scaloni. Il giocatore della Juve è infatti risultato il secondo della sua Nazionale per occasioni create con 9 (dietro solo le 17 di Messi) ed il quarto per assist attesi (xA) con un dato di 0.63 (davanti a lui il solito Messi, Fernandez e Alvarez).
3 di 11 Al di là dei numeri, Di Maria si è dimostrato elemento chiave dell’organizzazione tattica dell’albiceleste. Utilizzato prevalentemente a destra, l’argentino finiva spesso per risultare l’uomo più avanzato della sua squadra.
4 di 11 La mossa che ha sorpreso tutti e che ha contribuito ad indirizzare la finale contro la Francia a favore dell’Argentina è stata però quella operata da Scaloni schierando il Fideo come esterno mancino, quando invece le formazioni iniziali lasciavano intendere la possibilità di un sovraccarico nella zona opposta per attaccare Theo Hernandez.
5 di 11 Fino a quel momento l’Argentina non era stata particolarmente presente sul lato mancino del terreno di gioco. Con lo juventino allineato a sinistra invece non soltanto la formazione sudamericana ha potuto occupare quel corridoio, ma ha anche creato una linea diagonale da De Paul a Di Maria che passava per Messi, mettendo a disposizione del 10 un uomo sul lato sinistro del campo per giocare il suo tipico passaggio dal mezzo spazio destro verso sinistra.
Getty Images
6 di 11 L’idea del tecnico sudamericano era quella di affrontare la Francia creando una situazione di uno contro uno fra Di Maria e Koundé. Questa disposizione ha permesso all’Argentina di avere una struttura più fissa a sinistra, mettendo in difficoltà il difensore del Barcellona, male aiutato dal compagno di fascia (e di club) Ousmane Dembélé.
EPA
7 di 11 Non a caso è stato proprio quest’ultimo a causare il rigore del vantaggio dei sudamericani con un fallo su Di Maria, con lo juventino autore anche della seconda rete argentina.
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8 di 11 La Juventus ha vinto sei delle ultime sette trasferte di Serie A (1P), dopo che non aveva trovato il successo in nessuna delle prime quattro del torneo in corso (2N, 2P); in aggiunta i bianconeri hanno registrato sette clean sheet in 11 gare fin qui fuori casa e l’ultima stagione in cui hanno fatto meglio dopo 12 partite esterne è stata nel 1981/82 (nove).
Marco Canoniero
9 di 11 Di conseguenza, l’opzione più probabile per l’utilizzo del Fideo è quella che lo vedrebbe a ridosso delle punte, invertendo il triangolo di centrocampo per passare da uno schieramento con un play basso e due mezzali ad uno con due interni ed un trequarti (appunto Di Maria).
Juventus FC via Getty Images
10 di 11 Una ulteriore soluzione sarebbe quella di mantenere la mediana a due e utilizzare il doppio trequartista a ridosso di un’unica punta centrale. Un 3-4-2-1 con Di Maria a questo punto utilizzabile sia sul centro-destra che sul centro-sinistra. A sinistra Di Maria potrebbe costruire con Kostic una connessione in grado di alterare i sistemi difensivi avversari, come successo con Tagliafico nella finale mondiale.
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11 di 11 Fra l’altro Di Maria è stato il settimo giocatore del torneo iridato per numero di cross con 27. Prendendo in considerazione questo dato insieme a quello riguardante il numero di cross efficaci prodotti da Kostic in Serie A (19, il migliore nella massima serie insieme al fiorentino Biraghi) vediamo come l’associazione fra il serbo e l’argentino potrebbe far diventare quella zona di campo il lato forte della Juve, in grado di generare un numero di palle esterne utili per riferimenti offensivi come Milik e Vlahovic. (dati Opta, grafiche Opta e VideoMatch di Sics)

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