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Vlahovic, Di Maria e le 7 cose che abbiamo capito da Juventus-Sassuolo

Da Vlahovic più servito alla personalità di Danilo, Di Maria si prende la squadra sulle spalle, ma a centrocampo servono più idee (di Guido Vaciago)

Juventus FC via Getty Images
1 di 7 1. Vlahovic servito

Vlahovic ha ricevuto più palle nei novanta minuti di Juventus-Sassuolo che nei suoi precedenti sei mesi di Juventus. L'operazione assist per il 9, programmata sul mercato e proseguita in allenamento, è partita nel migliore dei modi. Perché oltre ai due gol segnato, il serbo ha avuto almeno altre cinque occasioni nitide per segnare. Oltretutto, Vlahovic non è ancora in forma (ieri in alcune occasioni si è vista la mancanza di brillantezza e velocità): ha passato l'estate a risolvere il problema di pubalgia e ha giocato poco, nel giro di un mese il suo fisico entrerà in condizione e i tifosi bianconeri potrebbero divertirsi anche di più.
ANSA
2 di 7 2. Di Maria fenomeno e uomo squadra

Al netto del gol meraviglioso e delle giocate esaltanti con le quali ha dimostrato di essere un giocatore superiore, soprattutto nel nostro campionato, il segnale più confortante della partita di Angel Di Maria è la dimostrazione di leadership. L'argentino, nel corso della gara, è diventato uomo squadra: facendosi trovare ovunque nel campo, dando consigli, indicando il gioco, diventando un punto di riferimento tecnico e caratteriale che ha aiutato non poco nel controllo della partita sul 2-0. Esattamente quello che mancava alla Juventus della stagione passata. Se continua così, l'operazione più difficile per la Juventus sarà strappargli il sì per il secondo anno (al momento è solo un'opzione).
Juventus FC via Getty Images
3 di 7 Locatelli
/Ag. Aldo Liverani Sas
4 di 7 4. Bremer ambientato

Gleison Bremer è parso un giocatore della Juventus da un quinquennio per la scioltezza con la quale ha gestito la fase difensiva, l'intesa con i nuovi compagni, la pressione di un esordio comunque pesante per lui. Sicuro in marcatura, ha sovrastato fisicamente gli attaccanti avversari, può migliorare certe ruvidezze in fase di impostazione, ma in generale ha disputato una partita eccellente.
Juventus FC via Getty Images
5 di 7 5. La personalità di Danilo

Un paio di interventi salvifici (uno, nel secondo tempo, è valso come un gol) e quella fondamentale sicurezza che gli consente di fare sempre la cosa giusta al momento giusto, che si noti o meno. Se la partita di ieri è indicativa, Danilo diventerà, al pari di Di Maria, un cardine caratteriale della Juventus.
Marco Canoniero
6 di 7 6. Miretti una conferma

La Juventus ha finito la partita con due 2003 e un 2001 in campo: un segnale eccellente che, si spera, non sia legato solo alla mancanza di alternative in panchina (fra squalifiche, infortuni e mercato da completare), ma possa essere una costante della stagione. Nella fattispecie: Miretti ha confermato di avere tecnica e personalità, invogliando a vederlo più spesso e per più tempo in campo; Rovella è mediano utile (ma forse bisognoso di migliorare ancora un po' e, probabilmente, destinato a Monza); Soulè ha tecnica intrigante, ma non sembra avere la forza e la determinazione per utilizzarla in modo più ficcante.
Juventus FC via Getty Images
7 di 7 7. Perin una sicurezza

È stato chiamato solo a un paio di interventi davvero difficili e non li ha falliti (anzi...). Poi la partita non è stata infernale per lui e la difesa, ma la sicurezza che ha mostrato e con la quale ha contagiato i compagni di reparto conferma ad Allegri di avere una credibilissima alternativa a Szczesny.

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