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È la Juve di Angel e Leo: il pagellone made in Usa

Bremer, stile da applausi. Rivoluzione tattica e Global Juve: è un buon inizio. Aspettando Vlahovic (di Fabio Riva)

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1 di 11 Bonucci capitano 8+

Parole da vero leader nella prima intervista da erede di Giorgio Chiellini. A Tuttosport ha dichiarato chiaro e tondo quanto aspettasse questo momento, poi s’è prodotto in un mix di orgoglio, grinta, ambizione, ma anche umiltà, voglia di dare il buon esempio e di coinvolgere tutti. Ha parlato d’una Juve che deve tornare vera Juve, d’un De Ligt che dovrebbe avere più rispetto per un club che tanto ha investito e influito sulla sua crescita, ha dispensato consigli a Gatti e Vlahovic. Ha parlato da capitano, insomma.
Juventus FC via Getty Images
2 di 11 Bremer, ex con stile 8

Non solo l’ex granata s’è dimostrato subito in grado di calarsi nella nuova realtà bianconera, gettandosi a capofitto nella mischia, assimilando gli input di Allegri e mettendosi a disposizione del suo principale compagno di reparto Bonucci. Pure fuori dal campo, il centrale brasiliano, ha fatto la sua egregia figura prestandosi ad autografare una maglia granata che un tifoso gli ha mostrato a Los Angeles, all’ingresso dell’hotel. Stile, rispetto, dignità.
Juventus FC via Getty Images
3 di 11 Senatori a vita 8

Rivedere Alessandro Del Piero in maglia bianconera è una di quelle situazioni che rientrano nel “per tutto il resto, c’è una carta di credito”. Emozione allo stato puro per i 400 presenti all’allenamento a Los Angeles che poi si è chiuso addirittura con le sfide a calci di punizione con Angel Di Maria. Idem come sopra, rivedere a bordocampo, durante l’allenamento Giorgio Chiellini è stato evento ad alto tasso emozionale per i calciatori bianconeri stessi, che a Giorgione sono rimasti legati. L’opzione d’un Chiellini dirigente bianconero è più che percorribile, il presidente Agnelli ha già dichiarato serenamente: «Il posto c’è, starà poi a Giorgio decidere quando occuparlo». E chissà che le avviatissime operazioni di disgelo con Del Piero non portino a qualche collaborazione in pianta stabile anche con lui.
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4 di 11 Woodstock Blancos-Nera 8

Non fosse per i brutti ricordi mondiali (il rigore sbagliato in finale) e il pessimo risultato (ko per 2-0 contro il Real Madrid) che finiscono per stridere... Tuttavia la sfida di Pasadena resta un unicum indimenticabile della tournée americana: spettacolo per 93mila persone, buona parte delle quali ha accompagnato l’attesa del match con il classico, da quelle parti, tailgating: si arriva prima, si parcheggia, si dà fondo alle riserve di carni e quant’altro su delle postazioni griglia che farebbero invidia ad una steakhouse. Spettacolo puro di fumi e profumi, gusti e sapori.
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5 di 11 Global Juve 7

Alla base della scelta di effettuare questa tournée americana c’era anche e soprattutto la voglia di lavorare affinché il marchio e la marca Juventus andassero gradualmente ad acquistare uno status mondiale, globale. Il riscontro made in Usa è stato discreto, con tifosi pronti a darsi appuntamento nei luoghi delle partite. La somma degli spettatori, nel complesso, giunge a toccare quota 200mila: 30 mila biglietti venduti contro il Chivas a Las Vegas, 60 mila contro il Barcellona a Dallas e 90 mila contro il Real Madrid a Pasadena, Los Angeles. Trattasi di tre fra le città più iconiche degli Stati Uniti. Il confronto con l’appeal di Real Madrid e Barcellona, però, resta ancora sbilanciato. Il lavoro da fare è parecchio.
Juventus FC via Getty Images
6 di 11 Max rivoluzione 6,5

Se fai le stesse cose, ottieni gli stessi risultati. E i risultati dello scorso anno sono tutt’altro che da riproporre. Allegri, dunque, di concerto con la società, ha iniziato a lavorare su un nuovo approccio tattico. Costruzione da dietro, giropalla, maggior controllo del gioco. Per i risultati di una simile rivoluzione tattica occorrerà attendere un bel po’ di tempo, ma già solo dippersé l’idea di lavorarci è degna di nota. «Allegri ha capito che se vogliamo migliorare il rendimento, dobbiamo cambiare qualcosa nell’assetto e nell’approccio», Perin dixit.
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7 di 11 Di Maria 7

Per carità, anche Bremer e Gatti hanno dimostrato di essere nel posto giusto al momento giusto, ma non c’è dubbio che - avendo Paul Pogba alzato bandiera bianca - Di Maria svetti quale “uomo dell’estate bianconera”. E’ il più forte che c’è e trascina la squadra. A 34 anni si è rimesso in gioco svolgendo una serie di lavori fisici che mai aveva fatto in vita sua, in allenamento, eppure non ha detto “be”. Con il buon esempio trascina tutti, con la sua classe li ammalia. Top.
Juventus FC via Getty Images
8 di 11 Baby boom 7

Il gruppo pescato dalla Under 23 era piuttosto corposo: Soulé, Aké (purtroppo infortunatosi), Cudrig, Da Graca, Garofani, Barbieri, Compagnon e Fagioli. Da Graca e Compagnon si sono persino tolti lo sfizio di segnare un gol al Chivas, nella partita di debutto in questa tournée americana. Bene anche gi altri.
Juventus FC via Getty Images
9 di 11 Vlahovic 6-

Lo si è visto poco e un po’ imballato, solo nell’ultima partita, quella contro il Real Madrid. Ma a fari spenti - durante gli allenamenti di gruppo e pure quelli che fa da solo, mentre gli altri si rilassano - ci dà dentro eccome. Può essere la sua grande stagione, a prescindere da qualche amichevole più o meno ciccata.
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10 di 11 Vlahovic
Juventus FC via Getty Images
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