Cuadrado innesca i bianconeri. Corsa e assist per il terzino. Super Danilo (di Antonino Milone)
Sosta rovinata? Macché. Ha buoni motivi per pensare positivo in vista di Juve-Inter, a partire da Danilo garanzia a centrocampo. Nel mirino, ora, c’è un sorpasso che, visto l’avvio di stagione, avrebbe dell'incredibile.
Il cross decisivo per Vlahovic (terzo assist in stagione) è una delizia che farà comodo anche al ct Mancini. Modello di applicazione seria, sbaglia poco o nulla. La convocazione in Nazionale è assolutamente meritata.
Stavolta non ci sono esitazioni fatali, ma la cosa bella di questo ragazzone aitante è che gli leggi negli occhi la voglia pazzesca di imparare, imparare e ancora imparare. Il non sentirsi arrivati: non banale, a 22 anni. Nel secondo tempo ha un'occasione per bucare Sepe, gli gira male.
Il capitano torna e con la sua sola presenza tocca le 552 partite con la Juve affiancando il mito Scirea. Il warm up dura un tempo, giocato a petto in fuori e con lo sguardo altero. Andrà in Nazionale «lindo e pinto»: garantisce Allegri.
Un piccolo brivido sulla carambola piede-gomito che ai giocatori della Salernitana suona come un rigore negato. Non è fallo, ma la sua faccia racconta tutta la tensione del momento. È fortunato quando si perde Bonazzoli che stava per beffare Szczesny.
Suo l'innesco per la rete di Dybala, suoi 2-3 filtranti non sfruttati, suoi 9 recuperi. Nella ripresa si dedica all'autogestione, anche quando sul proprio corridoio incrocia Ribery.
Nato nel 2003, debutta in A 19 anni dopo: svegliatelo, non è un sogno!
Avere Danilo al suo fianco avrebbe dovuto renderlo più libero, ma anche da mezz’ala svolge il solito compitino di distributore di palloni al piccolo trotto. L'imprevedibilità non è nelle sue corde.
S'iscrive, senza incidere, al finale di leggera sofferenza.
Si piazza in mezzo per proteggere, come da diktat allegriano, e schermare le velleitarie ripartenze della Salernitana. Ma da quella posizione può verticalizzare come vuole. È una soluzione in più se c’è penuria di centrocampisti.
Non appariscente, nelle cose buone e nelle omissioni, fino a una bella galoppata in coda alla partita. Ma nella fase difensiva il suo peso si sente. È coinvolto nel grigiore finale con, in più, un cartellino giallo in groppa.
Al rientro da titolare un mese dopo il derby e con un nuovo look da esibire al mondo (la frangia è obbligatoria), battezza la vigilia del summit per il rinnovo con un gol dopo cinque minuti: sterzata-sinistro, la “combo” vincente. Dosa male la palombella del possibile bis, che sfiora più volte in seguito. Impressioni di inizio primavera: il ragazzo sta bene, con il corpo e con la mente, i cenni d'intesa e l'abbraccio al cambio con Allegri rappresentano segnali da non sottovalutare. Logico che il tifoso si chieda: ma gli conviene davvero lasciare l'ambiente juventino?
Dusan si era fermato a Empoli, ma dopo quattro partite a secco decide che è ora di riprendere certi discorsi. Comincia con un assist decisivo all'amico Dybala, poi sfiora il gol che troverà alla mezz’ora grazie a un terzo tempo cestistico da goduria pura. Ingaggia un duello con Gyomber che a volte lo fa innervosire perché allo slovacco la maglietta gialla e blu piace sul serio. Un calcio sentito alla diffida e adesso sotto con l'Inter.
Come Vlahovic, deve limitarsi per evitare di saltare l'Inter per squalifica. Ci riesce, in scioltezza.