De Ligt e Chiellini regalano a Szczesny una serata da spettatore. Morata ci prova, ma sbatte sul muro di Sirigu (di Antonino Milone)
Il gol da calcio d'angolo, azzeccato e fortunato al di là della “battuta" di Allegri («Ma voleva farlo davvero?»), si commenta da solo: un tempo le dipingeva Palanca, quelle palombelle lì... E' il succo di una prova a tutta fascia: iperattivo come ai vecchi tempi.
Gli capita un'occasione d'oro a due passi da Sirigu, ma non ha fortuna. Il resto è controllo, saggio e lucido.
L'ammonizione che becca pare esagerata. Ma al di là della sanzione sta facendo passi importanti per recuperare fiducia. Alex Sandro (1' st) 6 La risalita è lenta, meglio rivederlo in contesti più complicati.
L'irruenza e i falli in allegato non mancano mai, la precisione nel tiro dalla distanza è un'altra costante.
Quando riesce s'allarga per fungere da arma in più al momento del cross. Prova lo “sparo", manca però il portone. Meravigliosa una verticalizzazione non sfruttata da Kulusevski.
La sensazione di poter fare più male a campo aperto rimane. Il ragazzo si applica, dev'essere più continuo.
Deliziosa la pennellata che ha la testa di De Ligt quale destinatario preferito. Fa tantissimo movimento, mai a vuoto, per dare una mano preziosa all'attacco juventino. Rivedibile al tiro, tempista nel servire Dybala sul 2-0, trasmette sempre maggiore sicurezza, quasi da intoccabile. Rabiot (39' st) ng.
Siamo sempre lì, a far la media tra il solito lavoro oscuro e qualità che lo limitano un po' nella ricerca del gol. La rete non arriva anche perché in coda al primo tempo centra Sirigu, mentre nella ripresa accende un costante duello con l'ex Toro che lo mura senza pietà. Il veleno è nella coda: è sostituito perché - gli dice Allegri - «hai regalato un fallo e hai fatto casino». Kean (28' st) ng Ammonito dopo un minuto, giusto per dimostrare di avere i nervi saldi.
Juve aggressiva il giusto, ma poco efficace nel rapporto tiri/gol. Migliorare non si può, si deve.