Arrembante - Al rientro dopo il derby, si rivela attaccante aggiunto, con stile e decisione. Il top al 16’: tunnel ad Adnan e cross non sfruttato da Sturaro. Difende in scioltezza.
Certezza - Terza consecutiva da titolare, ancora una volta senza pecche. Tiene a bada i timidi tentativi friulani con anticipi, rientri e costante supremazia fisica.
Eccessivo - Incassa il giallo dopo appena 2’, quando abbatte Jankto al limite: da lì la pericolosa punizione di Ali Adnan, annullata da Szczesny. Resta l’unico passaggio a vuoto.
Pasticcione - Tiene la propria zona concedendosi qualche licenza di troppo in fase di possesso palla. Fin quando è l’Udinese, può andar bene. In altre situazioni però…
Macchinoso - Definirlo il peggiore in campo è sbagliato e ingiusto, sarebbe più opportuno definire il tedesco come il me- no convincente. Resiste al turnover in un centrocampo rivoluzionato da Allegri con gli inserimenti di Marchisio e Sturaro, dalla sua parte si muove Fofana che, in alcune occasioni, lo mette in difficoltà per dinamismo. Il tedesco gli prende comunque le misure, annullandolo alla distanza. Mancano però inserimenti convincenti in fase offensiva e le tre reti realizzate all’andata rimangono un lontanissimo ricordo. In campionato Khedira è titolare fisso ormai dalla 15ª giornata, appare bisognoso di tirare il fiato: magari Allegri lo farà riposare mercoledì nel recupero allo Stadium contro l’Atalanta, visto che le alternative si sono rivelate affidabili. (dal 18’ st Matuidi)
(dal 18’ st al posto di Khedira) - Subito dentro al match. Arriva con una frazione di ritardo in scivolata sull’invito di Higuain al 25’. Per il resto si tratta di ordinaria amministrazione.
Concreto - Dentro in nome del turnover, regala sostanza al centrocampo. Opportunità al 16’ pt su invito di De Sciglio, ma Widmer lo disturba il giusto in area piccola.
Sentenza - Lo davano per disperso, dopo l’infortunio e i pochi minuti concessi da Allegri nel derby e in Coppa Italia. Quando gli è stata riconsegnata la maglia da titolare, si è trasformato in una sentenza: la rete decisiva al 93’ all’Olimpico con la Lazio, il 2-1 per la qualificazione in Champions in casa del Tottenham e la doppietta all’Udinese. Il primo gol è una punizione di rara bellezza per traiettoria e velocità: si ha un bel dire che Bizzarri è partito da lontano, ma dite quale portiere avrebbe potuto intercettarla. Il secondo è stato un bis di Wembley come interpreti, sia pure in posizione diversa di campo: Higuain difende palla con il fisico contro Angella e libera la Joya per la conclusione chirurgica in area. E c’è anche il rigore procurato da ricordare. Con questa doppietta Dybala sale a quota 17 reti, gliene mancano appena due per eguagliare la sua migliore stagione in Serie A, quella targata 2015-16. Ha un numero ampio di partite per riuscirci e, per come si sta comportando, sarà tutt’altro che complicato fare meglio.
Essenziale - Secondo rigore consecutivo sbagliato: vabbè. Ma guardate come difende palla per servire Dybala sul 2-0, capirete cosa sia un centravanti. (dal 29’ st Mandzukic)
(dal 29’ st per Higuain)
Sprintoso - Quando innesca la progressione è un’iradiddio, come quando libera Dybala davanti a Bizzarri. Se a volte non andasse più veloce del pallone... (dal 43’ st Bentancur)
(dal 43’ st al posto di Douglas Costa)
Oculato - Turnover ragionato e ben ripagato. La Juventus corre un unico pericolo su palla inattiva, per il resto è signora e padrona. E sono 11 vittorie di seguito in campionato.