Tuttosport

LIVE

Juventus, i 40 anni di Buffon in 10 frasi

Riavvolgiamo il nastro della vita calcistica del portiere della Juventus attraverso le due dichiarazioni 
alt
1 di 10 «È l'alibi migliore per chi non vince; dire che la Juve è davanti perché si comporta in maniera scorretta è una giustificazione da dare ai tifosi. La Juve è come il maggiordomo: sempre colpevole»
alt
2 di 10  «Possono cambiare gli uomini, possono cambiare i dirigenti, però quello che ha di forte questa società sono i giocatori cui è stata tramandata una voglia di vincere, di primeggiare, che non è pari in nessuna altra squadra».
3 di 10  «Pirlo? Quando l'ho visto giocare ho pensato: Dio c'è, perché è veramente imbarazzante la sua bravura calcistica».
4 di 10  «Io credo che, bandiera o non bandiera, bisogna vedere come ci si comporta, perché se uno sta tanti anni in un posto e non dà l'esempio con i comportamenti, magari per altri può essere una bandiera e invece non è così».
5 di 10 «Mi hanno di fatto dato per finito, senza considerare cosa avevo subito, senza concedermi fiducia e il giusto tempo per recuperare. Assurdo, certi valori non possono mancare, a prescindere se uno mi vuole bene oppure male. La storia non deve e non può essere cancellata, mai».
6 di 10 «Non va bene giustificarsi dicendo che il rivale è stato fortunato o ha avuto un aiuto: sono scuse che non fanno crescere. Io ho fatto tanti errori e ne sono consapevole, alcuni di questi erano anche vergognosi, ma sono umano e ho il diritto di sbagliare»
7 di 10 «Quando smetterò mi porterò dietro la certezza che nulla è mai scontato e niente è impossibile nella vita. I sogni vanno coltivati e sono la cosa più bella del mondo se trovi una sintonia con te stesso e parli con onestà, se ci metti passione e voglia di soffrire. Se uno rinasce dopo la sconfitta, la vita ti dà squarci di vita e di sole bellissimi».
8 di 10 «Depressione? Avevo 26 anni, ero già affermato, i veri motivi non li ho ancora capiti. Era terribile. Una volta, prima di una partita contro la Reggina, mi prese una crisi di panico. Durante il riscaldamento chiesi all'allenatore di non giocare, ma capii che avrei creato un precedente dannoso. Sono andato in campo, anche questo mi è servito».
9 di 10  «Da anni mi chiedo cosa mi spinga ancora a giocare. Questa battaglia interiore mi porta forti motivazioni. Se avessi vinto la Champions sarei svuotato, il fatto di non averla ancora vinta mi sprona»
10 di 10  «Non credete alla gente che non ha paura: io dopo tanti anni in certe partite ho paura. Temo di sbagliare e deludere, ma trovare il coraggio per battere la paura ti fa dare il massimo. Io lo dico sempre ai miei compagni di squadra, soprattutto ai più giovani».

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi