La papera di Napoli (in Coppa Italia, per altro) non ha compromesso una stagione nella quale ha sempre garantito una valida alternativa a Buffon. Certo, non è Gigi, ma nessun altro lo è.
La concentrazione quando serve. Ha giocato meno, si è dosato di più, ma quando è sceso in campo ha sempre dato il massimo e ha sempre fatto la differenza in fase difensiva, sia da centrale che da terzino destro, ruolo nel quale ha fatto sfoggio di scatti da ventenne.
Belotti non gli dà troppi punti di riferimento, a volte è in ritardo nelle chiusure: se la cava con mestiere. Due occasionissime non sfruttate, una per tempo. Il suo bolide a colpo sicuro dopo la testata di Benatia sul legno trova una deviazione provvidenziale per i granata, poi si trova davanti un grande Hart a coprirgli la porta.
Il dottor difesa. Il centrale laureato in anticipi e marcature asfissianti. Ha fermato i migliori attaccanti e ha sempre dato peso alla fase offensiva bianconera sui calci da fermo.
E’ decisamente migliorato in fase difensiva, rimanendo il migliore in fase offensiva. Non ci sono laterali completi come il brasiliano. Qualche calo di tensione ogni tanto, ma con l’esperienza cancellerà anche quelli diventando un autentico fenomeno.
Se in Champions League meriterà probabilmente un 10 per il suo contributo determinante, in campionato il terzino brasiliano ha faticato un po’, soprattutto all’inizio. E’ comunque riuscito a mettere una zampata decisiva con il gol a Bergamo e non ha lesinato prestazioni brillanti.
E’ stato una sicurezza. Pur giocando meno del solito, si è sempre fatto trovare pronto e puntuale. E’ una garanzia ed è nel ristretto club di chi ha vinto tutti e sei i titoli.
Maturo, sicuro, decisivo. Ha compiuto un salto di qualità che lo proietta verso un futuro da titolare, dietro la BBC sta crescendo in modo solido: sarà l’erede perfetto.
Ha giocato poco, ma è un altro che non ha mai deluso quando è stato chiamato a giocare e ha firmato un gol decisivo per battere il Milan allo Stadium.
Dopo un paio di stagioni infernali passate a lottare con gli infortuni, il ghanese è rispuntato nelle formazioni alternative della stagione, facendo sempre una bella figura.
E’ partito tra mille difficoltà di ambientamento e incomprensioni tattiche, ma è cresciuto in modo costante, diventando un mostro in entrambe le fasi. Indispensabile per l’equilibrio.
Un distillato di intelligenza calcistica che ha consentito il passaggio al 4-2-3-1. Determinante anche con i suoi gol, ma quello che conta è il suo geometrico ed essenziale contributo al fluire del gioco juventino.
Rallentato dagli strascichi dell’infortunio, ha dovuto dosare presenze ed energie, ma alla fine è emerso il suo spessore tecnico e morale, indispensabile nei momento decisivi della stagione.
Ha trovato la sua perfetta collocazione nel 4-2-3-1, nel quale è stato l’uomo in grado di aprire le difese più chiuse. I suoi gol, sempre bellissimi, hanno deciso le vittorie con la Sampdoria e l’Inter.
Cresciuto rispetto all’anno scorso, non ancora affidabilissimo, ma sempre più solido.
Aggregato a gennaio, ha dato il suo contributo di corsa e muscoli.
Determinante in ogni fase del campionato. Gol pesanti e lavoro per la squadra: è nato un nuovo Higuain nella prima stagione juventina, che segna come quello di Napoli e difende come non ha mai difeso nella sua vita. Calciatore totale, non solo più bomber implacabile.
Supermario è entrato nel cuore dei tifosi con la generosa interpretazione del suo nuovo ruolo di esterno. Cattivo come un terzino, feroce come un bomber. In campionato, come in Champions, è stato di efficacia tremenda, la chiave di volta del 4-2-3-1.
Ha cucito il centrocampo e l’attacco con ricami d’alta scuola, ha segnato gol pesanti, è stato freddo e lucido, ma nello stesso tempo ha fatto esplodere fantasia e genialità. E’ il leader del futuro, l’emblema della nuova Juventus, fatta di campioni che prima di essere fuoriclasse sono uomini veri.
Si è visto poco, ma quel poco è piaciuto assai. Se la sfortuna lo lascia stare ci sarà da divertirsi.
Geniale nel cambiare il sistema di gioco a gennaio, compiendo con il 4-2-3-1 il salto di qualità totale. Ancora più bravo nel creare l'attitudine con la quale il gruppo è diventato una mostruosa macchina da guerra nella quale tutti aiutano tutti nell'annientamento dell'avversario.