I giudizi del nostro inviato a Firenze Antonino Milone
Un muro come quando respinge su Kalinic e Chiesa. Ma se il croato ha una prateria davanti, diventa durissima opporsi. Nel secondo tempo torna a
giganteggiare sullo stesso Kalinic, sebbene non abbia i riflessi esattamente prontissimi sul lancio di Badelj solo sfiorato da Chiesa.
Con Bonucci e Chiellini tocca le cento partite dall'inizio, anche se l'ultima della BBC risaliva a Juve-Napoli di fine ottobre. Soffre la verve di Vecino in percussione ed è troppo impreciso per i suoi standard.
Mandzukic (34' st) ng.
Torna dopo 49 giorni e per lui è «un nuovo inizio». La serata, tuttavia, è da spavento, perché Kalinic è una furia e i trequartisti della Fiorentina gli fanno perdere spesso la posizione.
Forse l'influenza di questo pazzo inverno non è stata totalmente smaltita. In affanno, anche più dei già deconcentrati compagni di reparto.
A Firenze lo chiamavano la Vespa, perché amava sgommare a destra. Ieri gli è toccato anche controllare, ma non è mai stata la sua specialità. Non
viene neppure servito con i tempi giusti: da solo il colombiano non ha mai vinto le partite.
A passeggio in mediana, con un paio di lanci nello stretto, ma se il resto della compagnia non si muove senza palla...
Meno arcigno, poco cagnaccio, abbastanza confuso. E l'ammonizione lo costringerà a saltare il “pranzo” di domenica contro la Lazio.
Bernardeschi lo "frega" con la gamba alta e tesa quando s'impossessa del pallone prima di servire Kalinic goleador, però serviva ben altra barriera
per frenare il gioiellino di casa. Pochi cross, ancor meno filtro quando c'è da opporsi agli ossessi viola, che paiono posseduti dal demonio. Chiesa si prende gioco di lui, così nasce il 2-0. Ammonito, sarà squalificato.
Solito pendolo tra attacco e trequarti, i viola lo tampinano e lui non trova quasi mai il pertugio. Nel finale lancia in collina il pallone del 2-2: male, se non è colpa di una zolla...
A volte si nasconde dietro Astori, il suo guardiano. Il gol dell'andata sembra una macchia dietro una prestazione grigetta, con un destro rimpallato in piena area a fine primo tempo per sporcare il taccuino. Macché: nella ripresa griffa la 16ª rete stagionale e solo Tatarusanu gli nega un'altra gioia.
Il ritorno al 3-5-2, senza Pjanic per scelta e necessità, non regge la “garra” viola. Difendersi non sarà una vergogna, ok: però un attacchino qua e là non sarebbe cosa malvagia. Soltanto nel finale i campioni prendono coraggio: troppo poco per andare a comandare.
Tra scontri e manate, tentate o ricevute, il fischietto livornese e gli assistenti si perdono gran parte dello show, compresa la gamba tesa di Bernardeschi assistman per Kalinic e un rigore per mani di Gonzalo
Rodriguez. E anche sugli offside quelli con la bandierina sbagliano troppo.