La Redazione martedì 26 aprile 2016, 09:09
Barzagli e Bonucci stellari, Khedira fantastico. A cura di Guido Vaciago
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Buffon 10 e lode: ci sono due tipi di 10. Quelli retorici, riconoscimenti un po' pelosi alla carriera, inutilmente pomposi. E poi ci sono i dieci pieni, autentici, certificazioni della perfezione assoluta nel proprio campo. Gianluigi Buffon merita, per questa stagione, il secondo tipo di "10", quello che lo consacra come il giocatore con più scudetti nel calcio italiano, come leader assoluto di un gruppo che passerà alla storia, come portiere che continua a scrivere la storia del ruolo in cui si è ritagliato un posto sul podio di tutti i tempi
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Barzagli 9: un esempio di tecnica, professionalità e carisma. Un monumento al difensore, classico nella sua solidità, modernissimo nell'interpretazione tattica del ruolo. E' il saggio del gruppo, essenziale fuori e dentro al campo, fondamentale per quello che dà e per quello che fa dare ai compagni: chi gioca di fianco a lui è più sicuro, più guidato, più forte. E lui sbaglia sempre pochissimo. Stagione impressionante anche per continuità atletica
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Bonucci 9: il difensore del futuro, prototipo di un giocatore che non solo partecipa ma sa essere determinante in tutte le fasi di gioco. Quella in cui deve arginare gli avversari e disintegrare le loro iniziative, ma anche quella in cui si deve impostare la ripartenza del proprio gioco. E non solo, perché all'occorrenza Leo la sa anche buttare dentro (quest'anno due reti). E anche quest'anno si toglie lo sfizio di essere il più presente in assoluto: mostro di atleticità
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Chiellini 7.5: decisivo quando c'è stato. Purtroppo non sempre. Una stagione martoriata dagli infortuni ne ha limitato l'apporto, non la strepitosa generosità con la quale ha sempre interpretato le partite e i suoi recuperi. Ha sempre messo davanti le esigenze della squadra, sia quando si trovava in partita, sia quando si allenava per tornare da un infortunio. E' su uomini di questo tipo, prima ancora che sui campioni, che si basa la forza morale della Juventus
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Lichtsteiner 8: è migliorato moltissimo sotto il profilo puramente tecnico, spruzzando il suo spirito terzino con momenti da ala destra. La sua determinazione agonistica, a volte perfino eccessiva, è stata la benzina dei momenti difficili, il ringhio che ha spaventato gli avversari, l'urlaccio che ha svegliato i compagni. Nel corso di queste cinque stagioni, lo svizzero è diventato un punto fermo per la sua strepitosa affidabilità e continuità di rendimento e quest'anno ancora di più
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Khedira 8: è così bravo da rendere irritante la sua conclamata fragilità fisica, perché uno come lo lui lo vorresti sempre vedere in campo: interprete di un calcio essenziale e sobrio, sempre a due tocchi, spesso piccoli gioielli di tecnica. E' un giocatore che si vede poco dalle tribune, ma tantissimo in campo, dove si fa trovare sempre al posto giusto al momento giusto, sbrogliando le azioni più complicate e, talvolta, togliendosi lo sfizio del gol. Contibuto a singhiozzo, ma pesantissimo
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Pogba 9.5: forse l'incipit della stagione, con quel 10 che pesava sulle spalle non è stato memorabile, ma l'anno di Pogba assomiglia al perentorio decollo di un aereo, nel quale la fatica per la spinta iniziale serve solo a volare più in alto. Uomo assist decisivo, goleador, ispiratore di bellezza calcistica, ma anche recuperatore di palloni. Nella fase finale del campionato è stato uno dei giocatori più decisivi in assoluto, un vero 10 per classe e giocate, ma che corre e gioca come un mediano. Fantastique!
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Evra 8: la saggezza calcistica del francese è un valore aggiunto nello spogliatoio e in campo. Allegri fonda sulla sua solidità buona parte degli equilibri della squadra, perché Evra sa perfettamente a che altezza collocarsi, interpretando la partita o il momento della partita: la sua esperienza eccezionale serve a dare tranquillità ai compagni e a intimidire gli avversari. Insieme a Buffon è uno degli artefici della presa di coscienza di Sassuolo che ha cambiato la stagione
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Morata 8: sono decisamente più i momenti alti, ma non sono mancati quelli bassi nella stagione dello spagnolo. Tirando le somme, tuttavia, il suo contributo è eccellente in termini di gol, assist e invenzioni. Più determinante in Champions, ha però firmato alcuni gol storici per lo scudetto come quello del 2-1 a di Firenze. Nel processo di crescita personale e tecnica, questa stagione sarà fondamentale nello scolpire il fenomenale attaccante che diventerà
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Alex Sandro 8: eccellente. Perché il mix di tecnica, capacità offensiva, accortezza difensiva e fiuto del gol nel fanno un uomo di fascia sinistra che vale molto più dei 26 milioni di euro che in estate avevano fatto storcere il naso agli scettici. Siamo in presenza di un giocatore che diventerà un numero uno nel ruolo e che nel corso di questa stagione si è portato assai avanti con il lavoro. Destinato a diventare titolare inamovibile, ha già messo la firma su questo scudetto
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Simone Zaza - 18 milioni
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Hernanes 6.5: un inizio impietoso, un finale grintoso. Alla fine è tornato utile anche il brasiliano che pareva uno dei più clamorosi flop di mercato
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Roberto Pereyra (ceduto al Watford nel 2016)
Voluto al Watford da Mazzarri, è ancora nel club inglese.
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Padoin 7: il trionfo dell'umiltà: ha iniziato da regista con risultati impietosi (ma non era il suo ruolo), poi si è sempre fatto trovare pronto e ha pure segnato un gol (alla Lazio)
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Asamoah 6.5: mentre i compagni sfidavano gli avversari, lui combatteva contro la sfortuna. Alla fine è riuscito a vincere anche lui e dare un concreto contributo
Massimiliano Vitez/Ag. Aldo Live
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Lemina 7: è stato come un trailer di un grande campione: giocate, gol e carattere che fanno ben sperare. La firma sullo scudetto c'è e non è un pro forma
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Neto 7: ricopre il ruolo più frustrante del mondo, quello di vice Buffon: ma quando il numero uno dei numeri uno non c'era, lui si è distinto per prontezza e adeguatezza
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Allegri 9.5: capolavoro assoluto. Perché se è vero che il tecnico ha avuto responsabilità pesanti nella prima parte della stagione, nella stesso tempo ha avuto la straordinaria capacità di non perdersi d'animo e di tenere compatta la squadra, credendo per primo nella miracolosa rimonta e sapendola gestire con sapienza umana prima ancora che tattica. Il suo calcio non sarà rivoluzionario, ma è essenziale, efficace, funzionale e, soprattutto, vincente
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