Gran finale del brasiliano: merita più spazio. Pogba decolla nella ripresa. Mandzukic giù. Tutti i voti dei bianconeri contro il Milan
Vent'anni dopo aver debuttato fra i grandi fermando da solo il Milan di Capello, stavolta riserva l'intervento da prima pagina per i minuti finali contro i rossoneri: Cerci non riesce ancora a crederci. In una serata gelida e avara di emozioni, agguanta Scirea (552ª presenza con la maglia della Juventus). Può bastare così
Rimedia a un pasticcio di Dybala frenando una ripartenza rossonera. Il 3-5-2 bianconero del secondo tempo lo obbliga ad avanzare. E siccome lì a destra è l'unico in grado di giocare, meglio tenerselo stretto.
La roccia non si lascia irretire dai movimenti di un Niang mai così fumoso. Rischia solo quando Kucka lo anticipa nel cuore dell'area juventina. Bacca gli sbatte contro e ci resta maluccio.
Il goleador colombiano del Milan è cliente scomodo per chiunque: gli nasconde il pallone, ma in soldoni il centrale se la cava, evitando entrate da cartellino, non un liscio da brividi mal sfruttato dai rossoneri.
Cerci gli va via in un paio di occasioni e il bianconero appare stranamente frenato. Tenta invano l'uno-due con Pogba e anche al cross non incide. Poi la caviglia sinistra prende una botta, si gonfia e amen: la sua presenza contro il Manchester City non è così certa. Alex Sandro (29' pt) 7 Per le aspettative, e magari pure per quanto è stato pagato, dovrebbe spaccare il mondo. Sul taccuino rimane un destro a rientrare che avrebbe meritato un destino migliore, ma soprattutto l'assist a Dybala, oltre a uno spettacolare finale di gara. Chi l'ha detto che non possa fare il titolare?
Riemerge dal mucchio dei dimenticati in panca dopo il flop con il Sassuolo. Un paio di inserimenti non lo premiano, allora si trasforma in crossatore aggiunto sulla destra: palloni buttati nella tonnara, le punte sono altrove. Gioca in una posizione un po' più avanzata del solito: ma la creatività non è mai stato il suo pane.
Sull'onda del Principino in versione azzurra, prova a costruire gioco malgrado i compagni non lo assecondino nei loro affannosi movimenti senza palla. Ci prova inutilmente con un sinistro velleitario da fuori area: l'impressione, sempre più concreta, è che gli manchino assistenti adeguati. Se non c’è Khedira...
Diciotto giorni dopo l'espulsione di Moenchengladbach, il Profeta riappare dinanzi ai comuni mortali. Dovrebbe essere tirato a lucido nelle ultime due settimane a Vinovo: non lo è, visto che Montolivo in chiusura e Kucka negli anticipi lo sovrastano. Col sinistro disturba la quiete di Donnarumma; col destro su punizione, complice una deviazione di Bonaventura, fa più paura. Ma è un fuoco di paglia. E lo penalizza pure il terreno scivoloso: si consiglia di cambiare sciolina. Esce (anche) per un fastidio muscolare. Bonucci (1' st) 6 Rischia subito la frittata da rigore su Bonaventura, ma il gioco era già fermo per un fall(ett)o fischiato a Niang. Con l'esperienza che ha, si riprende in un attimo.
Si fa sentire nel duello a suon di sportellate con Alex. Però non trova mai il pertugio giusto: colpa, soprattutto, di assist puliti che non gli arrivano mai. E quando succede, prende più l'erba che il pallone.
L'ultimo arrivato dalle Nazionali si districa nella ragnatela rossonera. Unico nel provare a cambiare passo, sguscia nel ventre avversario anche spostandosi da una fascia all'altra. E' un corpo estraneo in una squadra priva di gioco e il settimo gol stagionale è il coronamento di una serata da ricordare. Si prega di custodire gelosamente quel piedino sinistro, fatato come pochi. Morata (36' st) ng.
Porta a casa la terza vittoria di fila in campionato, ma quanti dubbi lascia la sua lettura della partita. Esclude Cuadrado dalla battaglia e torna all'amato 4-3-1-2 con una formazione inedita, condizionata da infortuni ed esigenze di turnover. Non gli gira bene allorché perde subito Evra, però puntare su Hernanes è atto da masochismo puro. Con Bonucci nella ripresa passa al 3-5-2 che scatena le ali e libera la fantasia di Pogba. D'ora in poi, a cominciare da mercoledì, nella fondamentale sfida di Champions contro il Manchester City, sarebbe il caso di insistere su un unico sistema di gioco. Perché non è un peccato cambiare le proprie convinzioni se un trequartista vero, in rosa, non ce l'hai.