Dimarco tra i più in palla degli azzurri, Donnarumma luci e ombre. Nel recupero l'esordio di Miretti (di Stefano Salandin)
Imparabile il primo gol. Malissimo (e lo ammetterà con onestà) sulla punizione di Alaba: forte ma centrale. Si riscatta su Sabitzer e soprattutto tiene a galla l’Italia con due miracoli in avvio ripresa su Arnautovic e Posch. Ma il danno è fatto: luci è ombre nella sua 50ª presenza azzurra
Rischia la frittata dopo pochi secondi per una spinta galeotta ad Adamu. Fa fatica negli spazi larghi
Inizia con qualche affanno però trova in fretta le misure
Fin da subito intuisce che sarà una serata complicata, con gli austriaci che arrivano a frotte senza invito. Troppo attendista su Schlager, salva poco dopo su Seiwald. Cerca spesso di accorciare con esperienza
Incerto, poco reattivo, rischia anche lui in più di una occasione
Meno preciso del solito, sbaglia molte scelte in fase offensiva: la sensazione è che avesse, anche lui, già la testa alle vacanze. Ci sta
Buona aggressività e disposizione.
Imita Verratti poco dopo perdendo palla in uscita, ma può ringraziare Bonucci. Non trova la posizione nel centrocampo “a due”
Un segno di stima, quello del ct: ne tenga conto non solo lui
È lui il “regista”, ma paga l’eccesso di tocco quando perde palla al 6’ per la ripartenza del gol austriaco. Per il resto inusuale alta percentuale di errori in appoggio e troppo nervosismo. Suo anche il fallo al limite da cui nasce il secondo gol. Unico assist degno di lui al 26’ della ripresa
Tra i più in palla tra gli azzurri. Avvia la prima azione all’alba del match, poi ci mette gamba, volontà e qualche calcione
Un po’ troppo azzimato per infastidire il ritmo degli austriaci. Ha però il merito del primo tiro azzurro al 42’ pt
Dà subito la scossa, poi però cala sensibilmente e sbaglia un gol che in condizioni ottimale sarebbe stato suo. Va aspettato con fiducia
Non gli riescono gli stessi movimenti che avevano mandato in crisi l’Albania. E non incide nemmeno nel pressing sui difensori, facendo indispettire per questo il ct
Mancini lo accentra per metterlo a vertice alto del centrocampo, ma non trova la posizione
Tanti errori di misura e una sola azione di prepotenza
Stavolta non è riuscito neanche lui a tenere la carica giusta, non è bastata una buona ripresa. Ma al di là di questo, c’è da riflettere sulla sostenibilità di questo sistema