Un intervento efficace su Gomez appollaiato a pochi passi, poi l’uscitaccia fuori tempo che spalanca la porta al Papu: il palo, comunque, leva il numero uno dall’imbarazzo di dover dare troppe spiegazioni.
Una grave sbavatura, che spalanca il campo a Gomez, interrompe la linearità d’una prestazione quasi tendente al sontuoso. Ci scappa pure la standing ovation per un disimpegno di tacco.
Con un centrocampo più permeabile d’uno scolapasta, nel primo tempo gli risolvere parecchie criticità mettendoci pezze salvifiche. Peccato per il giallo che gli nega la finale.
Primo guizzo al 25', si ripete al 44' con una conclusione di poco a lato. Nella ripresa non perde smalto, anzi. Insomma, è uno dei migliori della Juve.
Non esattamente una prestazione da sbandierare in faccia ad Allegri, per gli iscritti al partito del “Principino merita di più”.
Fa la sua parte nell’azione che porta al rigore.
Destro centrale e quasi irridente per l’1-0 che interrompe la maledizione dei rigori decisivi bianconeri (sbagliati) di quest’anno. Trattasi tuttavia dell’unica cosa degna di nota in positivo (in negativo c’è il giallo per simulazione).
Conquista il rigore della svolta: non un dettaglio... Il suo ritorno, positivo e gradito, rappresenta una notizia fondamentale anche e soprattutto con vista Tottenham.
Tiro cross pericoloso, traversa, l’ammonizione (da atterramento per disperazione) che fa beccare a Masiello. I suoi sprint in velocità hanno un che di mirabilmente artistico... Soprattutto quando il brasiliano si accentra, sposta gli equilibri.
Al 35' centra Berisha manco fosse al tiro a segno del luna park. Unica vera occasione che gli capita giacché, nonostante l’assenza di Higuain, finisce sempre per defilarsi in corsia.
La sua Juve, anche questa volta, non sembrava l’Olanda delle meraviglie. Ma, guarda un po’, centra l’accesso alla quarta finale consecutiva di Coppa Italia.