Evra fa il professore sulla sinistra, Allegri sgrida Pogba
Fa a botte con i difensori interisti, gioca di sponda, apre varchi. Serata da sparring partner, con il peccato veniale di un gol mancato a inizio ripresa.
È il più usurato, ma Allegri non vi rinuncia. E fa bene. Non è serata da ammazzarsi di lavoro.
Dal centrosinistra al centrodestra, causa influenza di Sturaro, si ritrova al cospetto dell'amico Kondogbia. Sarà la posizione inusuale, ma è una serata un po' così, senza voglie. Infatti Allegri se ne accorge: «Non giocare con sufficienza!». Sarà per la prossima volta.
Duello muscolare con Medel. Disciplinato, atletico, applicato, efficace. Contrasti e ripartenze, imovimento e pressing, uno-due tocchi e via, secondo il manuale della brava mezzala. Il cameo è l'assist a Dybala
Il professore della sinistra. Su e giù con tempi e modi giusti. Che lezione a D'Ambrosio.
Ha bisogno come l'aria di un avversario da martirizzare. Se non lo trova, s'innervosisce, e quelli dell'Inter gli fanno il solletico. Quindi prova a dedicarsi ad altro. Per esempio a fare il Bonucci con cambi di gioco di 40-50 metri, o a piazzare anticipi sulla trequarti nerazzurra
Nelle due precedenti occasioni, contro Toro e Lazio, nemmeno una parata. Zero assoluto, una noia mortale, quasi come stare in panchina. Stavolta non è molto diverso. Al minuto 65 si mette in posa per il primo e unico intervento: tuffo plastico su un colpo di testa di Murillo. Tutto qui.
«Hola, Pipita. Mi sa che domani lo faccio di nuovo...». La consueta telefonata pre-partita all'amico Higuain aveva anticipato il colpo. L'ennesimo. Basta un pallone et voilà: gol.
A volte la grande bellezza è nella sostanza. Equilibrio, solidità, semplicità, lucidità, precisione, visione di gioco, leadership naturale
Martedì, lezione alla Steve Jobs i suoi laureandi. Stay hungry, stay foolish: non smettete mai di avere fame, non smettete mai di essere folli. E i ragazzi lo seguono, eccome se lo seguono
È stato la scintilla che ha acceso la Juve contro la Roma. Allegri, stavolta, gli chiede di attivarsi subito. Agli ordini: lo fa e manda in tilt l'Inter. Si procura il rigore dell'1-0, dopo averne reclamato uno un quarto d'ora prima (muro di Medel sulla sua punizione) e firmato il primo tentativo bianconero (destro a lato al 21'). E chi lo ferma? Energia, velocità, imprevedibilità, tagli, dribbling, in un vasto campionario di meraviglie. In sovrappiù, sparge sale sulle ferite nerazzurre causando l'espulsione di Murillo.
Non segnava dal 4 ottobre: doppietta (e quasi quasi tripletta, vedi l'errore al 78') per la felicità e, forse, la ripartenza. Allegri lo aveva stimolato così: «Si tolga i pensieri dalla testa , sia incosciente». Nel senso di spregiudicato, senza ansie da prestazione. Alvaro lo ascolta: all'efficacia realizzativa unisce una serie di corpo a corpo con i difensori nerazzurri e un movimento funzionale alla manovra bianconera (spesso si defila a sinistra per assistere Mandzukic e creare scompensi al sistema difensivo di Mancini). Mettere in affanno Miranda non è roba da poco.