Stefano Martinelli: «Fiero di far parte del progetto AISM»

Il pilota toscano, soddisfatto a metà del risultato ottenuto alla Targa Florio, è già con la testa verso il Rally dell'Elba
Stefano Martinelli: «Fiero di far parte del progetto AISM»

Non si arrende mai il pilota toscano. Ha un titolo di campione italiano di Rally nella categoria R1 da difendere e lo vuole fare a tutti i costi, nonostante le difficoltà. A spalleggiare Stefano Martinelli c’è, come in ogni gara, Sara Baldacci, la navigatrice dalla grinta di ferro che convive con la Sclerosi Multipla. I due sono in pista con una vettura tutta nuova e che devono imparare a gestire (la Targa Florio di qualche giorno fa ne è una prova) ma insieme al loro team sono positivi e carichi. Adesso il pensiero è rivolto al Rally dell’Elba, un’occasione davvero importante per restare attaccati alla vetta della classifica. 


È reduce da una gara impegnativa in Sicilia, la Targa Florio. Com’è andata? E come sta andando con la macchina nuova?

«Sono contento a metà. Il tempo non è stato nostro alleato perché siamo partiti con il bagnato e, come già era successo a Sanremo, ci siamo trovati un po’ in difficoltà perché è un tipo di terreno che la macchina non digerisce ancora. Avevamo fatto delle modifiche e ci sembrava che tutto tornasse quindi ero positivo. La partenza è stata comunque buona: ci siamo trovati con altre macchine nelle prime posizioni, eravamo tutti vicinissimi e per una vettura che non si trova molto con un asfalto del genere non posso che ritenermi soddisfatto, almeno da questo punto di vista. Sono andato a fare l’ultimo giro con grande sicurezza dato che la strada era asciugata e pensavo di poter fare uno sprint finale e invece, probabilmente, è andata in protezione l’elettronica e la macchina ha perso un sacco di cavalli».  

 

Insomma una macchina dalle grandi qualità ma che ancora deve essere rodata, giusto?

«Sì, decisamente. Diciamo che questi sono difetti di gioventù. La macchina è nuovissima e incedenti del genere sono più che naturali, anche se dispiace perché dalla prima-seconda posizione ci siamo ritrovati quarti. Ma comunque, in quelle condizioni, difendere il quarto posto è stato un buon risultato e l’aver vinto la Power Stage ci ha permesso di perdere solo cinque punti dall’attuale leader della classifica. In fin dei conti poteva andare molto peggio. Adesso il mio team sta lavorando per capire a fondo la natura del problema e la testa va subito alla prossima gara». 

 

La prossima gara che sarà il Rally Elba: che tipo di tracciato è? E cosa dovete fare, come team, per agguantare la vittoria?

«La gara dell’Elba è molto simile come tracciato al Targa Florio, forse un po’ più guidato. È un bel banco di prova per la macchina: è un’occasione molto importante per avvicinarsi alla vetta. Sicuramente il mio team risolverà il problema: vetture come la mia hanno tanta elettronica e non appena un valore esce dal suo range, tutto il sistema sballa e si mette in moto una sorta di protezione del motore per far sì che non si rompa. Siamo comunque molto fiduciosi perché il potenziale della macchina è tanto, per il momento stiamo pagando la novità ma ci vuole un po’ di pazienza. Quando ho fatto le prove su strade larghe e veloci ho visto un netto miglioramento rispetto alla vecchia vettura, anche dal punto di vista della stabilità. Nelle prove più strette pecca un po’ perché ci sono ancora alcuni aspetti da mettere a punto ma grazie al mio team sono sicuro che ce la faremo. Ho una squadra fantastica, non smetterò mai di ribadirlo: tutti si stanno impegnando al massimo e ci stanno mettendo anima e corpo. Grazie anche a Suzuki che ci dà grande supporto per far sì che la macchina diventi sempre più competitiva. Sarà un campionato impegnativo: questa volta la vittoria me la dovrò sudare ma sono positivo e non voglio mollare».

 

Nuova tappa per il Rally e nuova tappa per lo stand di AISM. Cosa si prova a far parte di un progetto così importante?

«È una bella sensazione. Come sempre ho visto grande impegno, tanta gentilezza e soprattutto un’organizzazione fantastica. È un mondo che io sto scoprendo pian piano e, ogni volta, mi lascia sempre a bocca aperta per il lavoro che c’è dietro. Sara (Baldacci, ndr) è abituata ma per me è una novità e sono orgoglioso di essere entrato a far parte di questo progetto così importante. Posso aggiungere che tutti i volontari e tutte le persone che lavorano con AISM e seguono questo progetto mi stanno dando una grande carica, sia in pista che nel portare avanti il messaggio dell’Associazione. Una carica che sta crescendo sempre di più».

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