Stepanek lascia a 38 anni, il genio che amava Lendl

Il ceco: «Il momento è arrivato, non voglio rischiare la salute»
Stepanek lascia a 38 anni, il genio che amava Lendl

ROMA - "Ho sempre detto che un giorno mi sarei alzato dal letto e avrei capito che sarebbe finita. Il momento è arrivato. Ho guardato la mia vita da una prospettiva più ampia e non voglio rischiare la salute, ho amato la vita come tennista professionista dall'inizio alla fine. Ho temuto questa decisione per tutta la vita, ma l'ho presa col cuore". L'epitaffio del guerriero Radek Stepanek, a 38 anni, dopo l'ultima operazione alla schiena e uno stop di tre mesi, fa meditare tutto il tennis. La notizia era nell'aria, così come è sicuro che il ceco dal cervello fino resterà nell'ambiente: "Il tennis è la mia vita e non lo lascerò. Ora ho bisogno di un po' di riposo, vedremo dove mi porteranno le prossime settimane. È il momento di muoversi".

LA CARRIERA - Nel suo inglese perfetto, ben puntellato da tanti pensieri ed analisi intelligenti. Il suo bilancio sportivo, nei numeri, dice che Stepanek lo stratega dal tennis classico ha vinto 18 titoli di doppio, inclusi gli Australian Open 2012 e gli US Open 2013 (accanto allo specialista indiano Leander Paes), più il bronzo olimpico nel misto a Rio 2016, insieme a Lucie Hradecka, arrivando al numero 4 del mondo, mentre in singolare è arrivato fino all'8, con 5 titoli, toccando al massimo i quarti di uno Slam, a Wimbledon 2006. L'Italia lo ricorda come finalista dell'ultimo torneo di Milano indoor, nel 2005, contro Soderling, prima tappa della riconversione da grande doppista a singolarista longevo, grazie ai consigli di Petr Korda, e comunque sfortunato. Con una serie di infortuni (anca, schiena, gamba destra) che ne hanno pregiudicato la carriera, senza comunque mai nasconderne le qualità uniche, con colpi piatti, improvvise discese a rete e servizio-volée, un tennista controcorrente, da attaccante classico, nel panorama di uno sport sempre più potente e monocorde, giocato prettamente da fondocampo.

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