Ducati DRE Enduro, a scuola di off-road con la Multistrada

La Casa di Borgo Panigale organizza il corso per imparare a sfruttare al massimo la “Multi” 1.200 da fuoristrada
Ducati DRE Enduro: foto

NIPOZZANO (FIRENZE) - Se una motocicletta che corre sull’asfalto vi sembra un mezzo instabile, una che sfreccia in fuoristrada deve apparirvi come una follia assoluta e, forse, in parte lo è. Per un motociclista abituato all’aderenza della strada, anche il solo percorrere una strada bianca e sentire il manubrio che si sposta a ogni sassolino equivale a una sola sensazione: terrore. Ed è un vero peccato, perché a farci un minimo di pratica, l’off-road è una cosa bellissima e piena di sfumature, dal trial ai grandi raid africani. Ovviamente bisognerebbe avvicinarsi per gradi, iniziando con moto adatte che non pesano molto di più di 100 kg.

Ma poi va a finire che a quaranta anni si compra una “endurona” da 160 CV per sognare quell’avventura promessa dalle brochure e della scheda tecnica, ma si finisce per usarla solo in città o al massimo nelle gite fuori porta, risultando anche abbastanza ridicoli nell’andare al lago con un mezzo che sembra pronto per il deserto. La Ducati Riding Experience Enduro è nata anche per evitare questo. Così, chi spende almeno 21.190 euro per una Multistrada 1.200 Enduro, può imparare a fare cose che nemmeno avrebbe sognato e dare un senso al plotone di sistemi di assistenza alla guida che rendono la “Ducatona” da 250 kg una vera moto da fuoristrada.

Si, nonostante un peso più che doppio rispetto a quello canonico delle moto da offroad, la Multistrada con l’anteriore da 19” e il serbatoio da 30 litri, è in grado di esibirsi in numeri incredibili, sempre che il pilota sia in grado di comandarla a dovere. E qui entrano in campo gli istruttori della DRE Enduro capitanati dall’ex 'dakariano' Beppe Gualini, che hanno trasformato la tenuta del Castello di Nipozzano dei Marchesi de Frescobaldi in una vera e propria scuola di enduro. Un giorno e mezzo alle porte di Firenze e anche il più stradale dei motociclisti può apprendere i segreti della nobile arte del fuoristrada, a patto di riuscire a eseguire un bel reset dei propri automatismi.

Il primo da abbattere è quello più istintivo. Quando si curva in fuoristrada il peso del corpo del pilota deve stare all’esterno della moto e non all’interno, per dare il maggior carico verticale possibile agli pneumatici. Facile a dirsi, complicato a farsi, soprattutto quando negli ultimi 20 anni il cruccio principale è stato mettere il ginocchio a terra ed emulare i piloti della MotoGP. Ma una volta che si riesce a farlo, tutto il resto diventa più facile, perché c’è la consapevolezza di poter governare la moto anche con un’aderenza precaria. Le gomme tassellate (ma omologate) e le sospensioni con 20 cm di escursione fanno il resto, senza dimenticare il prezioso apporto dei vari sistemi elettronici.

Così, se potete fermarvi in salita e ripartire senza mettervi la moto per cappello, dovete ringraziare il Vehicle Hold Control firmato Bosch che gestisce il freno per voi. Così come fareste bene a mandare una bella e-mail in Germania (con Borgo Panigale in copia) per l’ABS e l’MSC enhanced, che riescono a essere efficaci su strada e fuori, facendo di tutto per farvi divertire senza farvi sdraiare. A questo proposito, gli istruttori Ducati vi insegneranno anche a rialzare la moto – nell’enduro capita spesso di appoggiarla per terra - senza strapparvi tutti i muscoli della schiena, anche perché bastano le 36 ore del corso, da effettuare tutto a guida “in piedi”, per rimandarvi a casa con un paio di litri di acido lattico in più. 

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