Potremmo chiamarli i Gemelli Diversi. Così uguali, così differenti. Idee di calcio simili figlie dello stesso maestro (Gian Piero Gasperini) declinate però in maniera opposta. Si scrive Torino-Monza, ma si legge Ivan Juric contro Raffaele Palladino. Amici da oltre 15 anni, ovvero dalla stagione 2008/09 nel Genoa targato Gasp in cui come vice allenatore avevano Bruno Caneo, che conosce entrambi alla perfezione e li ha messi a confronto.
Si aspettava di vedere i suoi ex allievi in panchina?
«Juric si, Palladino un po’ mi ha sorpreso. Ivan aveva delle caratteristiche che facevano presagire a un percorso da tecnico; mentre Raffaele era molto giovane ai tempi. E poi come tutti i fantasisti era individualista nella visione del gioco. All’epoca dire che Palladino sarebbe diventato allenatore era impensabile».
In cosa si somigliano come tecnici?
«Entrambi sono figli di quel Genoa e della mentalità di Gasperini. C’è tanto del nostro lavoro di quegli anni nelle loro squadre. A partire dalla mentalità di non far giocare gli avversari e proporre un gioco aggressivo e d’attacco in fase di possesso. Ivan e Raffa sono poi molto simili nell’autorevolezza con la quale inculcano le loro idee ai giocatori».
Quali sono invece le principali differenze?
«Quelle che derivano dal loro vissuto di giocatori. Juric era solido, Palladino fantasia pura. In panchina Ivan è intenso e aggressivo, Raffaele più riflessivo e punta sui giocatori che amano la giocata di classe».
Ci racconta un aneddoto su com’erano da calciatori?
«Juric era un martello. Negli allenamenti strigliava i compagni, spronando tutti a dare il massimo. Raffa aveva qualità importanti e cercava di metterle al servizio dei compagni. Erano 2 leader diversi: Ivan quello caratteriale, Palladino quello tecnico».
Sia Juric sia Palladino sono in scadenza di contratto: quale sarà il loro futuro?
Intanto prima c’è un’Europa da conquistare.