Sì, Ljajic: è la svolta del Torino! E Belotti non si tocca

In Coppa i granata non segnavano così dai tempi del Grande Torino Il nuovo modulo trasforma il serbo in un leader. Gallo: Milan respinto
Sì, Ljajic: è la svolta del Torino! E Belotti non si tocca© www.imagephotoagency.it

TORINO - Per i cultori delle fredde statistiche era da 28 anni che il Toro non segnava così tanto (un 7 a 0 al Pescara in serie B nel settembre 1989), ma per gli amanti delle evocazioni magiche e delle emozioni senza tempo era dai lustri del Grande Torino che i granata non erano così prolifici, in Coppa Italia. In particolare, si deve tornare indietro fino al 20 settembre del 1942, a un Torino-Anconitana 7 a 0 al Filadelfia, con sugli spalti poco più di 10 mila spettatori, esattamente come l’altra sera per la partita con il Trapani. Per il mito e per la storia, il Toro di Mazzola e Gabetto conquistò poi proprio la Coppa Italia di quella edizione (1942-1943), firmando un’accoppiata unica con lo scudetto. E fu il primo club a timbrare una “doppietta”.

TORINO SETTEBELLO

Non si possono fare paragoni, neanche per ridere. Ma come nella scorsa stagione si celebrava con la rievocazione dei numeri eccezionali del Grande Torino la prolificità di Belotti e dell’intero attacco granata, così si può e si deve fare anche adesso, per curiosa ma non del tutto casuale coincidenza: con Mihajlovic, il gioco offensivo è il marchio di fabbrica della squadra e della tattica privilegiata. E il modulo, sbilanciato sull’offesa, produce naturalmente spettacolo e gol, se la palla viene accompagnata dai piedi dolci di Ljajic, di Iago Falque, di un Berenguer finalmente in ascesa. E dal chirurgico cinismo di Belotti, sotto porta.

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