Bufera Pallotta-Monchi. Il presidente: «Aveva pieni poteri, questo il risultato»

Il presidente giallorosso risponde alle parole dello spagnolo: «Strade diverse tra me e lui? Gli avevo dato carta bianca, non aveva un piano B»
Bufera Pallotta-Monchi. Il presidente: «Aveva pieni poteri, questo il risultato»© Bartoletti

ROMA - «Avevo dato a Monchi pieni poteri, quando le cose andavano male non aveva un piano d'emergenza». James Pallotta scarica le colpe del fallimento della Roma all'ex direttore sportivo giallorosso. Il motivo? Le dichiarazioni dello spagnolo durante la conferenza di presentazione al Siviglia: «Sono andato via dalla Roma perché abbiamo capito che l’idea della proprietà era diversa rispetto alla mia. Il presidente pensava che fosse meglio andare a destra, io invece a sinistra».

 

Dichiarazioni che non sono piaciute al numero uno giallorosso che tramite un comunicato sul sito ufficiale del club ha voluto far chiarezza sul lavoro del diesse: «Mi fa piacere sapere che Monchi non avrebbe mai voluto fallire a Roma, ma voglio fare chiarezza su alcune cose. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi.Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. Ho consegnato a Monchi le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l'allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato».

Pieni poteri a Monchi, forse troppi secondo il presidente che accusa lo spagnolo di non essere riuscito a trovare valide soluzioni nei momenti delicati della stagione: «A novembre, quando la squadra stava andando di male in peggio e tutti notavano come l'allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A».

Continua Pallotta che attribuisce quindi le colpe degli infortuni, delle sconfitte e di una possibile esclusione dalle prime quattro posizioni al suo ex direttore sportivo: «Quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014».


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