Zaniolo: «Io come Totti? Una forzatura, non ho ancora fatto niente»

La nuova stella della Roma si confessa: «Sto facendo bene in una piazza cosi' importante. Devo essere bravo a gestire tutto questo»
Zaniolo: «Io come Totti? Una forzatura, non ho ancora fatto niente»© Getty Images

TORINO - Il talento della Roma e promessa del calcio italiano Nicolò Zaniolo si è raccontato in una intervista rilasciata al sito ufficiale del club giallorosso. Il classe '99 nonostante una stagione, la prima da professionista, vissuta sotto le meritate luci della ribalta sembra avere la testa sulle spalle: «Sono diventato famoso? Non famoso, ma sono sotto gli occhi di tutti sì. So che sono giovane, sto facendo bene in una piazza cosi' importante. Devo essere bravo a gestire tutto questo».

NEL MITO DI TOTTI - Per le movenze e la posizione in campo i paragoni con l'indimenticato capitano nella capitale si sprecano: «Fare paragoni con Totti è davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell’accostamento, ma io ancora non ho fatto niente. Francesco era troppo forte, vedeva la giocata due ore prima degli altri, era impressionante. Io sono timido, mi vergogno ad andare a parlarci e per questo non gli ho mai chiesto niente direttamente, ma è sempre venuto lui a darmi dei consigli».

BANDIERA - Nell’intervista delle Iene, che ha scatenato polemiche negli ultimi giorni, Zaniolo ha però dichiarato di voler rimanere alla Roma e, magari, diventarne una bandiera: «Alla fine giocando in squadra con De Rossi Florenzi, o vedendo quello che ha fatto Totti, capisci quanto si può essere attaccati a questa squadra e a questi tifosi. Sarebbe un sogno fare le stesse cose. Io ora penso ad allenarmi e a giocare». Ad aiutarlo nella vita quotidiana, in campo e fuori, ci pensano i genitori: «Mio papà mi dice che si fa presto ad andare in alto, ma ci si mette ancora meno ad andare in basso. Me lo ripete in continuazione, “non montarti la testa”, soprattutto adesso. E mi dice anche “ricordati come stavi quando la Fiorentina ti ha mandato via”».

DELUSIONI - Proprio l'esperienza in viola è una delle delusioni più importanti avute nella sua giovane: «Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti. Sono arrivato fino agli Allievi e alla preparazione estiva con la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me…». Momenti bui che tutti i calciatori vivono prima o poi nella loro carriera. A Nicolò è successo subito, e ha pensato anche di smettere: «Sì. Nel primo mese alla Virtus Entella. Ero in Primavera e non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, ero arrivato a preparazione già finita. Mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dicevo “se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana, a mille, fatta bene, senza pensare”. L’ho fatta e da lì non sono più uscito».

SENATORI - Dentro Trigoria invece ci pensano i ‘grandi’ a controllarlo: «Kolarov è esperto, fortissimo, conosce le dinamiche. Sa cosa può succedere a un ragazzo che è sulla bocca di tutti. Se dovesse vedermi con la cresta alzata farebbe bene a tirarmela giù. Lui è un esempio nello spogliatoio e in campo. Ha ragione». Dentro il campo Zaniolo prova a prendere qualcosa da tutti: «Dove ti giri ti giri ci sono i campioni. Mi ispiro ai più esperti, ai senatori, a De Rossi, Manolas, Kolarov, Dzeko. Sono i miei esempi».

SOGNO MONDIALE - E a proposito dell'attuale capitano giallorosso, Nicolò ha da poco vestito per la prima volta la maglia della nazionale maggiore: «Giusto ieri parlavo con Daniele delle emozioni vissute con la vittoria del Mondiale. E mi è venuta la pelle d’oca. Questi sono giocatori da cui devo prendere spunto per far bene. Un giorno, magari, spero di riuscirci anch’io. Ma non ci sto pensando ancora».

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