Dove si immagina Motta
Oggi, alle 18, ci sarà anche lui davanti alla televisione per vedere cosa faranno Juventus e Milan, sperando in un pareggio capace di moltiplicare la fame con cui giocare, domani alle 18, contro l’Udinese e avvicinarsi ulteriormente al podio della massima divisione. In realtà “la classica” se la vedrà e leggerà anche con altre declinazioni. Immaginandosi prima sulla panchina bianconera e poi su quella rossonera per capire cosa andrebbe a ritoccare o stravolgere per migliorare la resa dei rispettivi potenziali.
Un “giochino” da tenere per sé, da non esternare nemmeno sotto tortura sia per il suo carattere di per sé estremamente riservato, sia per l’eco che innescherebbero le riflessioni in merito qualora diventassero, anche indirettamente, pubbliche. Per il momento sul suo futuro non si sbilancia, sa di poter scegliere tra restare ancora un anno a Bologna e farsi le ossa in Champions in una piazza a pressione zero, oppure sposare la causa della Vecchia Signora che a pressione alta non teme confronti.
Il Milan e i fattori Zirkzee e Ibra
Lo stesso si potrebbe dire qualora optasse per il Diavolo. Il Milan sta provando a recuperare terreno. Thiago Motta era senza ombra di dubbio il profilo preferito per raccogliere l’eredità di Pioli a fine 2023. A cavallo fra autunno e inverno il club rossonero aveva iniziato a ragionare sul nuovo allenatore e l’italobrasiliano aveva raccolto i maggiori like all’interno di Casa Milan. Per il suo modo di far giocare il Bologna, per l’abilità nel lanciare i giovani, per la sua esperienza - da giocatore - in società di alto livello, per il fattore Zirkzee, ovvero l’obiettivo numero uno per il ruolo di futuro centravanti al posto di Giroud.
La risalita di Pioli fra gennaio e marzo, però, ha frenato ogni discorso e il Milan oggi si trova a inseguire. Thiago Motta non è uscito dai radar, piace ancora - Ibrahimovic ha giocato con lui per quattro stagioni al Psg, vincendo 12 trofei - e c’è una corrente di pensiero all’interno del club che spinge affinché venga fatto un tentativo in extremis per convincerlo a sposare il progetto rossonero. Non semplice, ma il Milan - che sta valutando pro e contro di tanti allenatori -, non ha ancora alzato bandiera bianca.
La bandiera bianconera, invece, è già pronta per accompagnare il volto di Thiago Motta qualora l’addio ad Allegri si concretizzasse con una stagione d’anticipo. Come in molti sono convinti che succederà. Una persona sola conosce il finale. Si chiama Cristiano di nome e Giuntoli di cognome. Tocca a lui decidere e scegliere, come ha ricordato John Elkann nella lettera agli azionisti Exor. Parlava in generale, mister John. Certo. Ma il primo nodo da sciogliere è proprio quello dell’allenatore. Che tiene conto di Thiago Moda. Pardon, Thiago Motta.
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