La fatica di Vlahovic e la crociata contro Allegri: il problema è uno solo

L’attaccante serbo stenta a segnare contro le big e così penalizza la propria crescita, oltre a quella della Juve
TORINO - Nessuno nutre dubbi circa le potenzialità di Dusan Vlahovic che possiede le risorse adeguate per elevarsi a far parte della ristretta cerchia dei migliori centravanti nel calcio ai massimi livelli. Quindi, giusto per prevenire la folta schiera dei precisini (numerosa e agguerrita come non mai nella storia), qui nessuno ha intenzione di mettere in discussione il valore dell’attaccante serbo.
Quanto, piuttosto, di analizzarne il percorso di crescita e di rendimento poiché i due aspetti sono strettamente collegati l’uno con l’altro e vanno relazionati anche in rapporto a ciò che connota le performance peculiari di chi svolge il mestiere di attaccante: i gol. Che non solo si contano, ma si pesano anche.

Vlahovic assente contro le big

Nessuno, infatti, dimentica o disconosce il fatto che Vlahovic sia indiscutibilmente il capocannoniere della Juventus con i suoi 16 gol in campionato e come, innegabilmente, molte di queste reti siano state pesanti per la Juventus in termini di punti. Fin da inizio stagione le sue marcature hanno fruttato il pari con il Bologna, la vittoria con la Lazio, il pari con l’Inter (segnatevelo) e poi la vittoria con il Frosinone e poi a Salerno.

E poi e poi... E poi, ecco il tema: a questa sfilza di prodezze indubbiamente di valore, mancano però i gioielli che andrebbero a impreziosire la collezione, vale a dire i gol contro le “grandi squadre”. Andiamo dentro ai numeri per capire meglio: dei 16 gol segnati, solo 3 sono stati realizzati contro un’avversaria di vertice (due alla Lazio e uno all’Inter) mentre ben 13 contro avversari di medio-bassa classifica. Vale a dire l’81 per cento del totale. 

Assegnato il tema della discussione, proviamo a svolgerlo e a capire: perché Dusan fatica contro le big? La risposta più facile, popolare e diffusa (perché si rifà ai pregiudizi e alla crociata di stampo fideisitico) troverebbe facilmente la risposta nel condannare il “gioco di Allegri”.

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Le statistiche di Vlahovic

Ma, purtroppo, nella realtà le questioni sono sempre un filino più complesse delle approssimazione e allora, anche qui, ci aiutano le statistiche che raccontano come l’attaccante serbo sia il secondo per conclusioni totale effettuate verso la porta avversaria: 102 contro le 114 di Kvaratskhelia che guida questa speciale graduatoria.

Nella quale, pensate un po’, il capocannoniere del campionato (con 23 gol) Lautaro Martinez si piazza terzo con sole 96 conclusioni totali effettuate. E insomma, vien da concludere semplicemente che il problema è uno solo: Vlahovic conclude tanto, ma sbaglia pure di più.

Poi però, di nuovo, è opportuno addentrarsi nell’aridità dei numeri per cercare di capire il perché e, allora, non si può dimenticare come Vlahovic sia appunto un centravanti tutto sommato ancora giovane che a 24 anni sta compiendo il proprio percorso di maturazione tattica e, soprattutto, mentale, e che gli tocca farlo alla Juventus.

Una fortuna, certo, per mille ragioni tra cui l’orgoglio personale, la visibilità (lo stipendio, senza voler essere venali e prosaici), ma pure una situazione che porta con sé una grande pressione emotiva che non si sposa con l’esigenza di dover sbagliare il meno possibile. Perché le occasioni fallite (quella contro l’Inter al Meazza o le due nel derby) pesano - ecco - il triplo.

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Contro il Milan per il salto di qualità

È spesso evidente come Dusan, che pure ha indubbiamente migliorato certi movimenti per dettare il passaggio ai compagni, si lasci ancora soverchiare dalla frenesia al momento della conclusione o dell’ultima scelta nel passaggio (tristemente memorabili certi contropiede in coppia con Chiesa).

Una parabola che è paradigmatica del momento storico che sta attraversando la Juventus che deve prendere giocatori giovani (che poi lo abbiano pagato 90 milioni è un altro discorso che attiene alle capacità manageriali) e formarli in casa, in una squadra che non è esattamente il posto migliore in cui poter sbagliare senza pressioni.

Perché un conto è prendere Vlahovic a 22 anni, altro prendere (alla stessa cifra...) Gonzalo Higuain a 29 anni compiuti e ovviamente con una maturità ben diversa. E insomma tocca solo a Vlahovic, già domani contro il Milan, percorrere la strada verso il salto di qualità che solo la freddezza e la maturazione gli possono garantire. 

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TORINO - Nessuno nutre dubbi circa le potenzialità di Dusan Vlahovic che possiede le risorse adeguate per elevarsi a far parte della ristretta cerchia dei migliori centravanti nel calcio ai massimi livelli. Quindi, giusto per prevenire la folta schiera dei precisini (numerosa e agguerrita come non mai nella storia), qui nessuno ha intenzione di mettere in discussione il valore dell’attaccante serbo.
Quanto, piuttosto, di analizzarne il percorso di crescita e di rendimento poiché i due aspetti sono strettamente collegati l’uno con l’altro e vanno relazionati anche in rapporto a ciò che connota le performance peculiari di chi svolge il mestiere di attaccante: i gol. Che non solo si contano, ma si pesano anche.

Vlahovic assente contro le big

Nessuno, infatti, dimentica o disconosce il fatto che Vlahovic sia indiscutibilmente il capocannoniere della Juventus con i suoi 16 gol in campionato e come, innegabilmente, molte di queste reti siano state pesanti per la Juventus in termini di punti. Fin da inizio stagione le sue marcature hanno fruttato il pari con il Bologna, la vittoria con la Lazio, il pari con l’Inter (segnatevelo) e poi la vittoria con il Frosinone e poi a Salerno.

E poi e poi... E poi, ecco il tema: a questa sfilza di prodezze indubbiamente di valore, mancano però i gioielli che andrebbero a impreziosire la collezione, vale a dire i gol contro le “grandi squadre”. Andiamo dentro ai numeri per capire meglio: dei 16 gol segnati, solo 3 sono stati realizzati contro un’avversaria di vertice (due alla Lazio e uno all’Inter) mentre ben 13 contro avversari di medio-bassa classifica. Vale a dire l’81 per cento del totale. 

Assegnato il tema della discussione, proviamo a svolgerlo e a capire: perché Dusan fatica contro le big? La risposta più facile, popolare e diffusa (perché si rifà ai pregiudizi e alla crociata di stampo fideisitico) troverebbe facilmente la risposta nel condannare il “gioco di Allegri”.

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