Alcaraz-Yildiz, svolta per la musichetta: la timida ripartenza e la luce Juve

L’ingresso del 2005 nell’intervallo garantisce più intraprendenza e imprevedibilità: da un suo pallone nasce il pareggio e allo scadere...

L’indizio della vigilia, a Cagliari, si è fatto prova: questa Juventus non può prescindere, lì davanti, dalla freschezza e dall’imprevedibilità di Yildiz. La prestazione della Unipol Domus, che ha assunto sfumature tra lo sconcertante e il deludente a seconda delle fasi di gara, l’ha ribadito ancora una volta. Il primo tempo dei bianconeri, al di là del risultato e degli episodi che l’hanno condizionato, è stato di rara pochezza, per idee di gioco e per qualità tecnica. Alcaraz tra le linee non è mai riuscito a emergere, Chiesa si è espresso con una sola fiammata in occasione della rete annullata per fuorigioco a Vlahovic. Decisamente troppo poco.

Juve, un punto per la Champions

La ripresa non si è rivelata esaltante, d’accordo, ma almeno ha visto una squadra più propositiva, più reattiva, più connessa, proiettata alla ricerca di una rimonta dal sapore di Champions League: una golosa torta che ormai da mesi è appoggiata lì, a poche spanne dal gruppo di Allegri, ma che i bianconeri non sono ancora – incredibilmente – riusciti ad addentare. E se, al triplice fischio, è arrivato un punto che consente ai bianconeri di fare un passetto in più verso l’agognata musichetta della Uefa è anche e soprattutto grazie all’ingresso in campo del genietto turco.

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Yildiz, l'impatto sulla gara

L’impatto di Yildiz sulla gara è stato evidente fin dalle prime azioni della ripresa, sempre nel cuore della manovra bianconera e fin da subito a suo agio nel toccare il pallone a ripetizione. Il classe 2005 ha provato a dare la scossa sfoggiando buona parte del suo bagaglio tecnico, una volta tentando l’uno contro uno e l’altra smistando con precisione la sfera. Fino all’assist dolcemente fatto piovere in area di rigore sarda, e poco cambia se ad approfittarne non sia stato Milik, anticipato da una maldestra deviazione di Dossena: gol del pareggio e via libera all’assalto finale. Sfumato proprio all’ultimo istante, quando una conclusione ravvicinata dello stesso Yildiz è stata smorzata dalla retroguardia rossoblù. Per la Juventus vista ieri sera i tre punti sarebbero stati troppi, per il turco invece il gol – che manca dall’11 gennaio in Coppa Italia con il Frosinone – sarebbe stato un più che meritato finale di gara.

Alcaraz ancora anonimo

Chi ha cestinato un’occasione d’oro per mettersi in mostra è stato invece il soggetto ancora abbastanza misterioso Alcaraz, cui pure non sono mancate le attenuanti. A lungo ai box per problemi fisici e titolare per la prima volta addirittura dallo scorso 3 marzo, quando aveva giocato al Maradona contro il Napoli, il centrocampista argentino è stato lanciato dal 1’ da mister Allegri in luogo di McKennie, ma la serata della Unipol Domus non ha sorriso al 2002 di proprietà del Southampton. Che in avvio, in realtà, si sarebbe anche conquistato un prezioso calcio di rigore, incassando una dura gomitata da Mina in piena area, gesto però valso soltanto un vistoso turbante sulla sua testa a causa di una ferita sanguinante e due punti di sutura nell’immediato post-partita. Ma Alcaraz, nei 45’ in campo, si è rivelato impacciato e pasticcione, in difficoltà nella gestione della sfera, rimanendo di conseguenza negli spogliatoi all’intervallo in favore di Yildiz. Un timido punto di ripartenza per il sudamericano a lungo ai margini, una chiave di volta per la trasferta bianconera a Cagliari. Nel nome, naturalmente, di Yildiz.

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L’indizio della vigilia, a Cagliari, si è fatto prova: questa Juventus non può prescindere, lì davanti, dalla freschezza e dall’imprevedibilità di Yildiz. La prestazione della Unipol Domus, che ha assunto sfumature tra lo sconcertante e il deludente a seconda delle fasi di gara, l’ha ribadito ancora una volta. Il primo tempo dei bianconeri, al di là del risultato e degli episodi che l’hanno condizionato, è stato di rara pochezza, per idee di gioco e per qualità tecnica. Alcaraz tra le linee non è mai riuscito a emergere, Chiesa si è espresso con una sola fiammata in occasione della rete annullata per fuorigioco a Vlahovic. Decisamente troppo poco.

Juve, un punto per la Champions

La ripresa non si è rivelata esaltante, d’accordo, ma almeno ha visto una squadra più propositiva, più reattiva, più connessa, proiettata alla ricerca di una rimonta dal sapore di Champions League: una golosa torta che ormai da mesi è appoggiata lì, a poche spanne dal gruppo di Allegri, ma che i bianconeri non sono ancora – incredibilmente – riusciti ad addentare. E se, al triplice fischio, è arrivato un punto che consente ai bianconeri di fare un passetto in più verso l’agognata musichetta della Uefa è anche e soprattutto grazie all’ingresso in campo del genietto turco.

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