Una Juve camaleonte: 37 formazioni differenti in 38 giornate

TORINO - E contro il Verona Massimiliano Allegri ha fatto 37. Trentasette nel senso delle formazioni presentate in 38 giornate di campionato. Soltanto in due occasioni si è visto lo stesso undici di partenza, in due trasferte: il 26 agosto a Marassi con il Genoa e il 22 ottobre a Udine, due vittorie. Juventus in campo con il 4-2-3- 1 e quindi: Buffon; Lichtsteiner, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Pjanic, Khedira; Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain. Poi mai una squadra uguale all’altra, in netta contrapposizione con il Napoli, in cui l’undici di Maurizio Sarri si mandava facilmente a memoria.

Cambiamenti con cui Allegri non ha mai dato punti di riferimento agli avversari, schierando la formazione più adatta alle caratteristiche altrui. Cambiamenti dovuti all’esigenza di affrontare al meglio tutte le manifestazioni in cui la Juventus è stata impegnata nel corso della stagione, con un sapiente utilizzo degli uomini. E cambiamenti cui il tecnico è statro obbligato dalle condizioni fisiche dei suoi giocatori e degli infortuni. Basti ricordare quelli (lunghi) di Cuadrado e Bernardeschi.

Resta il fatto che tale duttilità della Juventus si è rivelata forse l’arma principale nella corsa al settimo scudetto consecutivo. Grazie alle differenti scelte nel sistema di gioco Allegri ha potuto sempre trovare le soluzioni migliori per poter prendere in mano le partite e vincerle. Alla fine l’unico punto veramente fermo è stata la difesa, con la scelta della linea a quattro. Una scelta ancora una volta decisiva, visto che il quarto scudetto della gestione Allegri si è materializzato grazie alla retroguardia meno battuta della Serie A. Erano state 24 reti prese nel 2015, 20 nel 2016, 27 nel 2017 e nuovamente 24 quest’anno. Ennesima dimostrazione che, in Italia, è sempre meglio non prenderle per vincere.