Juventus, una plusvalenza all'anno per restare nella top 10 d'Europa

L'analisi della banca d'investimento Imi: bisogna vendere ogni anno un campione per mantnere i ricavi degli ultimi due anni
Juventus, una plusvalenza all'anno per restare nella top 10 d'Europa© www.imagephotoagency.it

TORINO - Ne avevamo parlato un mese fa: per controbilanciare i minori introiti dal market pool e, in futuro, dai diritti tv la Juventus ha intensificato la politica delle plusvalenze nel mercato invernale, sfruttando l’ampio parco giovani. A gennaio le cessioni hanno generato plusvalenze nette per 18,2 milioni che, unite a quelle estive, portano il totale a 92,25 milioni. E proprio sulle plusvalenze ha puntato il dito il report annuale della Banca Imi, l’istituto di investimenti del gruppo Intesa San Paolo, che ha analizzato il bilancio del club bianconero. Gli analisti sostengono che per restare nella top ten della Money League (la tradizionale classifica dei ricavi dei club europei stilata da Deloitte) la Juventus deve realizzare plusvalenze importanti ogni anno. Il che significa sacrificare un campione a stagione: nell’estate 2016 è toccato a Paul Pogba, l’anno scorso a voler andare via è stato Leonardo Bonucci, adesso bisognerà vedere chi - dell’attuale rosa - è destinato ad andare “in nomination” la prossima estate e permettere al club di mantenere alta la quota derivante dalle plusvalenze.

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DOPPIA VELOCITÀ
Il report ha evidenziato che dal 2010 a al 2017 la Juventus ha avuto un tasso di crescita annuale dei ricavi (al netto delle plusvalenze) del 17,8%: il balzo in avanti ha consentito di diminuire il gap con le big d’Europa ma non è bastato per avvicinarle in quanto i top club continuano a correre a velocità superiori. Per tenere il loro passo e quindi garantire il potenziale di spesa, gli analisti della Banca Imi sottolineano come i ricavi dalle plusvalenze dovranno essere in linea con i dati del 2016-2017 e del 2017-2018, in cui la Juventus ha incassato rispettivamente 100 e 90 milioni di euro netti dal player trading. Contraddicendo il concetto precedente, il report specifica inoltre che l’incasso dalle cessioni di giocatori non dovrebbe essere reinvestito sul mercato per mantenere il rapporto debito/EBITDA inferiore a 3. Prima di tutto chiariamo il significato dell’indice: il rapporto Indebitamento Netto/Margine Operativo Lordo misura la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni debitori ricorrendo al reddito generato dalla sola gestione operativa. In questo caso, inferiore a tre indica il numero di anni necessari all’azienda per ripagare l’intero debito sulla base del proprio margine operativo lordo. Discorsi da economisti, che mal si sposano però con le esigenze di un club calcistico che deve poter contare su un “gruzzolo” per portare a casa i campioni e continuare a essere competitiva.

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STIME RIVISTE
Per quanto riguarda invece i dati, sono state riviste le stime per questa e la prossima stagione, al rialzo per quanto riguarda i ricavi. Per l’esercizio in corso, Banca Imi si attende ricavi per 457 milioni di euroe un risultato netto negativo per 16,8 milioni di euro (contro l’iniziale stima di un rosso di 37,5 milioni di euro). Per il 2018-2019, il fatturato stimato per la Juventus è pari a 478 milioni e un risultato netto nositivo per 0,6 milioni. 

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TORINO - Ne avevamo parlato un mese fa: per controbilanciare i minori introiti dal market pool e, in futuro, dai diritti tv la Juventus ha intensificato la politica delle plusvalenze nel mercato invernale, sfruttando l’ampio parco giovani. A gennaio le cessioni hanno generato plusvalenze nette per 18,2 milioni che, unite a quelle estive, portano il totale a 92,25 milioni. E proprio sulle plusvalenze ha puntato il dito il report annuale della Banca Imi, l’istituto di investimenti del gruppo Intesa San Paolo, che ha analizzato il bilancio del club bianconero. Gli analisti sostengono che per restare nella top ten della Money League (la tradizionale classifica dei ricavi dei club europei stilata da Deloitte) la Juventus deve realizzare plusvalenze importanti ogni anno. Il che significa sacrificare un campione a stagione: nell’estate 2016 è toccato a Paul Pogba, l’anno scorso a voler andare via è stato Leonardo Bonucci, adesso bisognerà vedere chi - dell’attuale rosa - è destinato ad andare “in nomination” la prossima estate e permettere al club di mantenere alta la quota derivante dalle plusvalenze.

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