Inter in Antimafia: ascoltati dirigenti su rapporti curva Nord e ‘Ndrangheta

Secondo quanto svela Il Fatto Quotidiano due importanti figure della società nerazzurra sono state convocate dagli investigatori e per ore hanno risposto alle domande sui giri torbidi degli affari attorno al club

Venerdì 15 marzo, a due giorni dall'eliminazione agli ottavi di Champions League per mano dell'Atletico Madrid e altrettanti dalla sfida di campionato contro il Napoli, i dirigenti dell'Inter, secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, sarebbero stati convocati dalla Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano per parlare dei rapporti tra la curva Nord e la ‘Ndrangheta e dei loschi affari attorno al club. A rappresentare la società nerazzurra sarebbero stati il presidente dell’organismo di vigilanza, l’avvocato Adriano Raffaelli, e il Senior security manager, Gianluca Cameruccio, chiamati a rispondere per ore di affari e dinamiche interne, ma anche di Dede Belardinelli, ucciso il 26 dicembre negli scontri prima di Inter-Napoli, e Vittorio Boiocchi, che il 29 ottobre 2022, a distanza di poche ore dal fischio d'inizio di Inter-Sampdoria, venne raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco mentre percorreva via Fratelli Zanzottera, nel quartiere Figino, per raggiungere la propria abitazione al civico 14.

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Il capo della curva e i rapporti con i mafiosi

Nel mirino anche i rapporti dell'attuale capo della curva nerazzurra, Marco Ferdico, con Antonio Bellocco, già condannato per mafia, e figliol prodigo di una dinastia mafiosa di eccellenza, quella dei Bellocco di Rosarno. L'uomo, che proprio sabato scorso ha rilasciato un'intervista nella quale ha sottolineato che in curva ci sono pregiudicati ma anche ragazzi laureati, nel 2017 ha patteggiato una pena a due anni e otto mesi per spaccio. È il 2016 quando a Milano viene coinvolto nell’inchiesta Dexter condotta dal pm Marcello Musso. C’è di tutto in quel fascicolo: una donna legata a un ex della banda Vallanzasca, famiglie italiane di trafficanti, fornitori albanesi e lui, Marco Ferdico, colpito da ordinanza e arrestato. A suo carico un solo capo di imputazione, il 10, che recita: “Ferdico (...) in concorso con il già giudicato Francesco Lombardo acquistava da ignoti fornitori, riceveva, deteneva, custodiva e vendeva a (...) chili 1,065 di cocaina (...) che trasportava da Carugate a Brugherio, dove veniva sequestrata a carico del solo Lombardo (...). Avendo Ferdico intrattenuto rapporti telefonici con (...) necessari per stabilire modalità e tempi degli incontri avvenuti anche con (...) volti a definire l’accordo su quantità e prezzo e sul luogo della consegna”. Gli acquirenti, secondo la Narcotici, risultano membri della famiglia Auricchio originaria di Terzigno (Napoli).

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L'Anticrimine pensa al Daspo per il capo ultras Inter

Droga, dunque, ma anche violenza. Per il capo della Nord, l’Anticrimine infatti starebbe valutando di proporre al Questore l’emissione di un Daspo perché presente agli scontri del dopo Inter-Juve del 4 febbraio. Quella sera oltre cento incappucciati diedero l’assalto ai pullman dei tifosi bianconeri scontrandosi poi con le forze dell’ordine e ferendo alcuni agenti. Vicenda per la quale sono stati emessi già decine di Daspo e due fermi. Sotto la lente d'ingrandimento della Commissione antimafia milanese tutto ciò che ruota attorno all'evento sportivo: parcheggi, paninari e perfino una onlus. Raffaelli e Cameruccio sarebbero stati chiamati a risponde anche su Mi-Stadio, la società a metà tra Milan e Inter che ha la concessione comunale su tutta l’area attorno al Meazza. Nel documento della concessione si legge che “è data facoltà” alla concessionaria “dell’affidamento a terzi (…) con gli obblighi previsti dalle leggi incluse quelle antimafia”. È noto, come sottolinea il Fatto Quotidiano, che in passato in una società di parcheggi scelta da Mi-Stadio abbia lavorato un soggetto collegato proprio a Vittorio Boiocchi, ai narcos e al boss Giuseppe Calabrò, ritenuto uno dei registi degli affari mafiosi a Milano.

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