"Sinner ha capito il segreto dei campioni. Allegri? È come Ranieri..."

Intervista esclusiva al centrocampista argentino che ha tolto all'Inter, con il suo gol, il sogno di raggiungere il record di punti della Juve di Conte: "Fondamentale studiare per fare la differenza in Serie A"

MILANO - È Viola il colore del gol a Cagliari. I quattro punti arrivati con Atalanta e Inter portano la firma del numero 10, eletto da Claudio Ranieri come jolly spacca-partite, l’uomo mortifero nell’ultima mezzora. «Nel calcio si vive di etichette - sorride Nicolas - ma io piuttosto credo che in campo bisogna entrare per fare bene e ogni minuto è fondamentale. Mi alleno per essere titolare, su questo non c’è dubbio, e rispetto le scelte. Poi, con la regola dei cinque cambi, non esistono più titolari e riserve, ma venticinque giocatori tutti importanti che devono stare tutti sul pezzo».

Dopo il gol all’Atalanta ha esultato con la mano sotto il mento: che significato aveva?
«Il Cagliari arrivava da risultati importanti, ma mancava il guizzo con una big e quell’esultanza sul 2-1 fotografava bene quanto ci ripete sempre Ranieri, ovvero di guardare tutto da una prospettiva positiva, senza abbassare mai la testa e mettendo in pratica le cose che sappiamo fare. Quello è lo spirito con cui dobbiamo affrontare pure la Juve».

L’ha rivisto quel colpo di testa che domenica poteva darvi la vittoria sull’Inter?
«Sì e resta un po’ di rammarico perché potevano essere i tre punti più importanti della stagione. La palla l’ho impattata benissimo, ma forse all’ultimo sono stato un po’ sbilanciato da Arnautovic. Sarebbe stata l’apoteosi, però è comunque arrivato un pareggio che ci fa stare con i piedi per terra in vista della Juve».

Il Cagliari ha fatto 23 punti in casa, 8 fuori: come si spiega?
«La nostra forza è il fattore campo, diamo il meglio davanti ai nostri tifosi ma non deve essere un alibi perché dobbiamo fare punti anche fuori casa e, per fortuna, ultimamente ci stiamo riuscendo. Le altre spingono e noi dobbiamo accelerare ancora: abbiamo tantissimo rispetto della Juve e, con umiltà perché affrontiamo una squadra straordinaria, dovremo giocare con coraggio per provare a vincere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segreto di Sinner e dei campioni

Quanto la aiutano a gestire le emozioni gli studi in psicologia?
«In campo vince chi ha più equilibrio, chi non si lascia trasportare dai momenti positivi o negativi all’interno della partita. Su questo fatto l’aver studiato mi ha dato tanto (Viola ha conseguito la laurea triennale con una tesi sul “Ruolo dell’empatia nello sviluppo socio-emotivo: analisi di alcuni contributi empirici”). Se non ti fai trasportare dalle emozioni, riesci a imparare dagli errori e, allo stesso modo, analizzi le cose belle che ti capitano per migliorare il tuo percorso».

A Montecarlo Sinner, dopo l’errore dell’arbitro, ha accusato i crampi e perso la partita: quanto conta la psiche nel gesto sportivo?
«È fondamentale. Io nutro molta stima verso Sinner perché è un ragazzo ben inquadrato e si vede che studia molto per far coincidere alla perfezione tutto ciò che fa in campo. Il percorso di crescita nasce dentro di noi, non fuori: se ti concentri su fattori esterni rimani condizionato dall’evento casuale, dalla fortuna, dalla sfortuna, dall’arbitro. La strada giusta è invece concentrarsi su ciò che si può fare. È un processo che richiede fatica perché esistono anche le ingiustizie. Io per primo mi rendo conto che quelli veramente forti riescono ad avere equilibrio anche nella gestione di determinate cose che richiedono pazienza e calma. E penso che Sinner sia uno di quelli».

Quindi, nonostante siano sport molto diversi, Sinner può insegnare qualcosa a un calciatore?
«Assolutamente: lo sport è come la vita, però tutto è molto più accelerato. Noi ogni giorno dobbiamo dimostrare di avere la testa giusta e l’equilibrio per affrontare l’allenamento e la partita: a volte non è facile perché siamo esseri umani e veniamo condizionati da fattori esterni. I giocatori bravi questi eventi sanno condizionarli a loro favore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Allegri è come Ranieri"

Ranieri è più un allenatore o uno psicologo?
«Partiamo dal presupposto che oggi, per essere allenatore, devi essere un po’ psicologo per gestire 25-26 teste diverse. Non è facile riuscirci e per questo credo che pure i giocatori debbano sforzarsi a entrare nella testa dell’allenatore».

E al Cagliari è accaduto dopo che Ranieri ha minacciato di fare un passo indietro.
«Questa squadra ha sempre dimostrato di esserci, facendo anche tanti punti dopo il novantesimo, dimostrando quindi valori importanti. Però ci mancava qualcosa dal punto di vista della convinzione e lui è stato bravissimo a metterci di fronte alle nostre responsabilità».

Trova analogie tra il suo allenatore e Massimiliano Allegri?
«Intanto Allegri è un grandissimo allenatore che mi piace per l’equilibrio che mantiene nel bene e nel male. Questa è un’arma per la Juve e dovremo tenerlo ben presente. La Juve è un’avversaria molto difficile da affrontare: il gioco che esprime è pratico e solido e rispecchia il suo allenatore. Allegri, come Ranieri, sa costruire squadre solide che rimangono sempre equilibrate e con un’identità che alla lunga paga».

A 34 anni per un calciatore è già tempo di bilanci.
«Rimpianti non ne ho perché tutti gli errori che ho fatto sono stati propulsore per farmi diventare quello che sono in questo momento. Mentre per quanto riguarda le gioie, mi tengo stretta la promozione dell’anno scorso e pure la prestazione dell’altra sera con l’Inter».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La salvezza, la scadenza, il post calcio

In questa scala come si collocherebbe la salvezza del Cagliari?
«Sarebbe un altro evento da ricordare. Per chi arriva dalla B non è mai facile confermarsi: riuscirci sarebbe molto positivo per il futuro».

Lei è in scadenza di contratto.
«In questo momento non guardo orizzonti lontani: la mia prossima meta è la Juventus, ho solo in testa la partita di venerdì».

Ha già pensato a cosa fare dopo il calcio?
«Mi piacerebbe restare nel calcio, ma oggi mi sento ancora un giocatore che non ha espresso al massimo il suo potenziale. Finché non avrò questo risultato, continuerò a stare in campo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO - È Viola il colore del gol a Cagliari. I quattro punti arrivati con Atalanta e Inter portano la firma del numero 10, eletto da Claudio Ranieri come jolly spacca-partite, l’uomo mortifero nell’ultima mezzora. «Nel calcio si vive di etichette - sorride Nicolas - ma io piuttosto credo che in campo bisogna entrare per fare bene e ogni minuto è fondamentale. Mi alleno per essere titolare, su questo non c’è dubbio, e rispetto le scelte. Poi, con la regola dei cinque cambi, non esistono più titolari e riserve, ma venticinque giocatori tutti importanti che devono stare tutti sul pezzo».

Dopo il gol all’Atalanta ha esultato con la mano sotto il mento: che significato aveva?
«Il Cagliari arrivava da risultati importanti, ma mancava il guizzo con una big e quell’esultanza sul 2-1 fotografava bene quanto ci ripete sempre Ranieri, ovvero di guardare tutto da una prospettiva positiva, senza abbassare mai la testa e mettendo in pratica le cose che sappiamo fare. Quello è lo spirito con cui dobbiamo affrontare pure la Juve».

L’ha rivisto quel colpo di testa che domenica poteva darvi la vittoria sull’Inter?
«Sì e resta un po’ di rammarico perché potevano essere i tre punti più importanti della stagione. La palla l’ho impattata benissimo, ma forse all’ultimo sono stato un po’ sbilanciato da Arnautovic. Sarebbe stata l’apoteosi, però è comunque arrivato un pareggio che ci fa stare con i piedi per terra in vista della Juve».

Il Cagliari ha fatto 23 punti in casa, 8 fuori: come si spiega?
«La nostra forza è il fattore campo, diamo il meglio davanti ai nostri tifosi ma non deve essere un alibi perché dobbiamo fare punti anche fuori casa e, per fortuna, ultimamente ci stiamo riuscendo. Le altre spingono e noi dobbiamo accelerare ancora: abbiamo tantissimo rispetto della Juve e, con umiltà perché affrontiamo una squadra straordinaria, dovremo giocare con coraggio per provare a vincere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
"Sinner ha capito il segreto dei campioni. Allegri? È come Ranieri..."
2
Il segreto di Sinner e dei campioni
3
"Allegri è come Ranieri"
4
La salvezza, la scadenza, il post calcio