Bloom, tra cavalli e poker la scommessa più grande: Brighton-Juve in Champions

Il proprietario del club inglese allenato da De Zerbi è il nuovo “Best President” 2023: "Un onore grandissimo per me succedere a Florentino Perez"
La prima cosa che ti colpisce quando varchi la soglia della sede della Starlizard è che quasi tutti i dipendenti vestono una divisa “casual” d’ordinanza con il logo stilizzato di una lucertola. E il rettile squamato dalla lingua biforcuta appare un po’ ovunque: su poster, gigantografie, sculture, quadri, suppellettili. Il perché è presto spiegato. Il soprannome di Antony “Tony” Bloom, 53 anni, proprietario e presidente del Brighton & Hove Albion allenato dal bresciano De Zerbi, è “The Lizard”.
Un “nickname” che ha subito fatto suo tanto da denominare Starlizard - in italiano suonerebbe “Stellalucertola” - la società di scommesse, analisi-dati e pronostici sportivi che dirige dal centro operativo sito in Jamestown Road, nel vivace quartiere londinese di Camden Town. Bloom è il nuovo “Best President” 2023, il migliore dell’anno: eletto dal “Board” di leggende di Tuttosport di cui fanno parte i 4 Palloni d’Oro Matthäus, Stoichkov, Nedved e Shevchenko e ancora Verón, Costacurta, Toni, Rui Costa, Chapuisat, Mauro, eccetera). Ci ha ospitato con estrema cordialità nella “lounge” annessa al proprio ufficio dove gli abbiamo consegnato il trofeo. E non finiva di scusarsi per non poter essere presente stasera al gala torinese dei Golden Boy Awards causa un precedente impegno istituzionale a Brighton. 

 Congratulazioni mister Bloom, succede nell’albo d’oro del Golden President a un certo Florentino Pérez... «Un onore grandissimo per me. Florentino è il leader del club più prestigioso e più titolato del mondo. Porterò questo trofeo nella sede del Brighton e studierò il posto migliore per esporlo affinché tutti possano ammirarlo». 
 
Il suo sogno è diventato realtà: dopo aver salvato la squadra dal fallimento nel 2009, lo scorso maggio l’ha portata alla qualificazione in Europa League, prima volta assoluta nella storia pluricentenaria del Brighton. 
«Ne sono orgoglioso anche perché sono un “brightonian”, nativo di Brighton pur se ora residente a Londra, e da sempre, sin da bambino, tifoso dei “Gabbiani”. Cosa c’è di meglio di vedere la propria squadra del cuore scendere in campo alla Cruyff Arena di Amsterdam, al Vélodrome di Marsiglia, all’Opap Arena di Atene e naturalmente nella nostra Amex Arena gremita in ogni ordine di posti per le gare in casa contro Ajax, OM e AEK?». 

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Un altro motivo che ha indotto la nostra giuria di ex campioni a votarla è stato il trasferimento record dell’ecuadoriano Moisés Caicedo venduto al Chelsea lo scorso luglio per l’equivalente di 133 milioni di euro (più 17 in bonus) che costituisce il primato assoluto nel mercato del Regno Unito. È stata una trattativa difficile? 
«Quando ti siedi al tavolo e di fronte ci sono i dirigenti del Chelsea si sa che non è mai facile. Ma io sono un pokerista, in passato ho anche vinto “qualcosina” (ndr: circa 4 milioni di dollari nei tornei di Texas Hold’em) e quindi ero preparato. Se penso che avevo acquistato Caicedo nel mercato invernale 2021 per circa 25 milioni di sterline dal club ecuadoriano dell’Independiente del Valle, beh, direi che ho vinto un bel piatto... ». 
 
Inoltre ha ceduto pure il campione del mondo argentino Alexis McAllister al Liverpool per 63,5 milioni di euro, bonus inclusi. Due colonne portanti del centrocampo che non ci sono più. Ma nonostante il pessimismo estivo dei media, i “Seagulls” continuano a far bene sia in campionato che soprattutto in Europa League. 
«Ho trepidato e gioito giovedì ad Atene dove abbiamo vinto e ci siamo qualificati per la seconda fase di Europa League: per la prima piazza ce la giocheremo in casa col Marsiglia fra un paio di settimane, in caso di successo eviteremo i playoff. Sono molto contento una volta di più per aver scelto De Zerbi come allenatore: è un vincente, l’uomo giusto per noi. Un tecnico formidabile che sta facendo un lavoro enorme contribuendo alla crescita della squadra, dei giovani, di tutto l’ambiente. Le offerte finali per Caicedo così come per McAllister, che avevo preso per una decina di milioni dall’Argentinos Juniors, erano francamente irrinunciabili. Ma poi abbiamo acquistato il camerunese Baleba, classe 2004, i brasiliani João Pedro e Igor, l’olandese Verbruggen e, in prestito dal Barcellona, quel gran talento di Ansu Fati che però si è purtroppo infortunato di nuovo... ». 
 
Qual è stato o quali sono state le persone che l’hanno ispirata quando ha deciso di cominciare la scalata presidenziale del Brighton? 
«Due allenatori. In primis quel “mostro” di bravura che risponde al nome di Sir Alex Ferguson, una leggenda, un mito, un gentleman vecchio stampo, un autentico maestro di tattica e di pretattica, uno che sa insegnare il calcio ai giovani, a valorizzarli, a lanciarli, a proteggerli e al tempo stesso sa gestire magnificamente le più grandi stelle internazionali. E poi Pep Guardiola, altro fenomeno, altro guru del calcio, un Ferguson catalano con trent’anni di meno. Meritatamente campione d’Europa in carica con il suo City». 

 
Cosa pensa di Jude Bellingham, fresco Golden Boy 2023? 
«Uno dei più forti giocatori del mondo nonostante abbia solo vent’anni. Anzi, in questo momento direi che è il migliore in assoluto. Premio strameritato. Lo adoro, è un “lovely player”. Ho anche cercato di acquistarlo, lo volevo portare a tutti i costi a Brighton. Ma quando ho formulato la mia offerta al Birmingham City, nell’estate 2020, ho capito che il Borussia Dortmund era più avanti di noi nella trattativa e non ho potuto far altro che ritirarmi».  

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Ha un sogno per la prossima stagione? 
«Certo. Qualificarci per la Champions League ed essere sorteggiati in un girone fantastico formato da Real Madrid, Juventus e da un’altra squadra di alta caratura, chissà il Benfica... ».  
 
Lei è anche laureato in matematica. Pensa che i numeri possano influire nel calcio? 
«Beh, nei pronostici la probabilità in percentuale di azzeccare i risultati che portano alla vincita si basa su calcoli aritmetici. Certamente i numeri e le statistiche sono un aiuto. E per quanto riguarda il campo, basti pensare che ormai tutti gli allenatori hanno nei loro staff dei bravissimi “match analyst”: registrano le azioni di gioco e le “performance” per poi valutarne l’efficienza attraverso le statistiche. Dietro i successi c’è anche un lavoro di “intelligence” da non sottovalutare... ». 
 
Fece scalpore quando puntò una cifra considerevole sulla Francia vincente ai Mondiali ’98 e ci prese nonostante i favori dei pronostici andassero alle due finaliste dell’edizione precedente cioè Brasile e Italia... 
«Avevo fatto bene i miei calcoli. Con il supporto degli algoritmi e della matematica, appunto». 

 
E intanto il suo portentoso cavallo da corsa Énergumène le ha fatto guadagnare un altro bel gruzzoletto: già 1,2 milioni di sterline... 
«Sono uno scommettitore nato e ho tante passioni. Se ti piace il gioco, devi saper rischiare per vincere. Soprattutto scegliere il momento giusto in cui farlo. Avere acume, perspicacia, acutezza. Nel mondo dell’ippica come nel poker e come nel calcio». 
 
Per concludere, ci racconti com’è nato il suo curioso soprannome. 
«Proprio negli ambienti pokeristici. Perché sono un giocatore a sangue freddo, come i rettili. Non mi scompongo, resto imperturbabile come una lucertola al sole. Ma anche pronto a guardare con espressioni strane i miei avversari, a ruotare il collo per confondere quelli che hanno il sangue caldo: e puoi capire cos’hanno in mano sin da quando leggono le carte che ricevono, dai loro “tells”, dai segnali che rilasciano tramite il loro linguaggio del corpo». 

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La prima cosa che ti colpisce quando varchi la soglia della sede della Starlizard è che quasi tutti i dipendenti vestono una divisa “casual” d’ordinanza con il logo stilizzato di una lucertola. E il rettile squamato dalla lingua biforcuta appare un po’ ovunque: su poster, gigantografie, sculture, quadri, suppellettili. Il perché è presto spiegato. Il soprannome di Antony “Tony” Bloom, 53 anni, proprietario e presidente del Brighton & Hove Albion allenato dal bresciano De Zerbi, è “The Lizard”.
Un “nickname” che ha subito fatto suo tanto da denominare Starlizard - in italiano suonerebbe “Stellalucertola” - la società di scommesse, analisi-dati e pronostici sportivi che dirige dal centro operativo sito in Jamestown Road, nel vivace quartiere londinese di Camden Town. Bloom è il nuovo “Best President” 2023, il migliore dell’anno: eletto dal “Board” di leggende di Tuttosport di cui fanno parte i 4 Palloni d’Oro Matthäus, Stoichkov, Nedved e Shevchenko e ancora Verón, Costacurta, Toni, Rui Costa, Chapuisat, Mauro, eccetera). Ci ha ospitato con estrema cordialità nella “lounge” annessa al proprio ufficio dove gli abbiamo consegnato il trofeo. E non finiva di scusarsi per non poter essere presente stasera al gala torinese dei Golden Boy Awards causa un precedente impegno istituzionale a Brighton. 

 Congratulazioni mister Bloom, succede nell’albo d’oro del Golden President a un certo Florentino Pérez... «Un onore grandissimo per me. Florentino è il leader del club più prestigioso e più titolato del mondo. Porterò questo trofeo nella sede del Brighton e studierò il posto migliore per esporlo affinché tutti possano ammirarlo». 
 
Il suo sogno è diventato realtà: dopo aver salvato la squadra dal fallimento nel 2009, lo scorso maggio l’ha portata alla qualificazione in Europa League, prima volta assoluta nella storia pluricentenaria del Brighton. 
«Ne sono orgoglioso anche perché sono un “brightonian”, nativo di Brighton pur se ora residente a Londra, e da sempre, sin da bambino, tifoso dei “Gabbiani”. Cosa c’è di meglio di vedere la propria squadra del cuore scendere in campo alla Cruyff Arena di Amsterdam, al Vélodrome di Marsiglia, all’Opap Arena di Atene e naturalmente nella nostra Amex Arena gremita in ogni ordine di posti per le gare in casa contro Ajax, OM e AEK?». 

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